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atlante degli uccelli nidificanti nella “bassa” pianura lombarda (italia ...

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boschi ripariali e pioppeti del Po (ALLEGRI, 2000).<br />

In provincia di Mantova la specie è diffusa nelle residue<br />

zone boscose planiziali e riparali, anche di ridotte<br />

dimensioni, nonché sulle colline moreniche<br />

(Martignoni).<br />

Per la spiegazione delle tipologie ambientali abbreviate in ordinata<br />

si rimanda alla legenda riportata a pag. 44<br />

Area di studio: il Codibugnolo è discretamente distribuito<br />

lungo le aste fluviali dell’Oglio e del Mella<br />

dove trova una presenza arborea relitta, tipica di antichi<br />

boschi planiziali.<br />

Nelle campagne è presente nelle zone ecotonali di<br />

transizione tra il coltivo e il filare alberato, con presenza<br />

di siepi autoctone. Predilige in queste situazioni,<br />

durante la riproduzione, la presenza di rampicanti<br />

sempreverdi, che occultino il nido nelle nidificazioni<br />

precoci, in assenza della mascheratura del<br />

fogliame. Quasi completamente assente dal Mantovano<br />

e dall’alto Cremonese, probabilmente, le piatte<br />

ed estese coltivazioni, spesso monofite, ne impediscono<br />

la presenza. In queste due province, con una<br />

buona vocazione all’attività florovivaistica e alla<br />

pioppicoltura, la specie trarrebbe giovamento, se si<br />

limitasse, <strong>nella</strong> gestione di queste coltivazioni, l’uso<br />

<strong>degli</strong> erbicidi, <strong>degli</strong> antiparassitari e per i pioppeti si<br />

diminuisse al minimo le operazioni di sarchiatura<br />

del terreno, lasciando spazio ad uno spontaneo sottobosco.<br />

La principale minaccia è data dall’estirpazione<br />

delle siepi ripariali e quindi dalla banalizzazione<br />

del territorio. I contingenti svernanti sono<br />

particolarmente sensibili alle lunghe gelate e ai prolungati<br />

periodi di innevamento. Non si esclude una<br />

carenza di copertura nei settori sud orientali dell’area<br />

di studio.<br />

Roberto Bertoli<br />

Bibliografia: BRICHETTI P., 1977. Rapporto tra nidificazione<br />

e massima altimetria relativo ad alcune specie<br />

nelle Alpi centrali (Lombardia). Riv. ital. Orn.,<br />

47: 114-118.<br />

P. Brichetti e A. Gargioni<br />

Passeriformes Paridae<br />

Cincia mora<br />

Parus ater<br />

Specie a distribuzione paleartico-orientale. Sedentaria<br />

e nidificante, migratrice numericamente fluttuante<br />

e svernante.<br />

Lombardia: La Cincia mora è distribuita in modo<br />

pressoché uniforme in tutto il settore alpino e prealpino<br />

della regione, comprese le alture dell’Oltrepo Pavese.<br />

Nella fascia di <strong>pianura</strong> è invece praticamente assente,<br />

dato che raramente nidifica al di sotto dei 200<br />

m di quota. La maggiore densità di popolazione si registra<br />

tra i 900 e i 1900 m, anche se sono state trovate<br />

coppie <strong>nidificanti</strong> fino a 2100 m. L’ambiente in cui si<br />

è riscontrata la maggiore densità riproduttiva è in Val<br />

Camonica, in una pecceta umida e disetanea, con 5-7<br />

coppie per 10 ha (BRICHETTI, 1987). Buone concentrazioni<br />

si sono riscontrate anche nelle pinete termofile a<br />

Pino nero (Pinus nigra) e nei lariceti radi. A quote più<br />

basse si ha una buona presenza della specie nelle faggete<br />

miste ad Abete rosso (Picea abies). Segnalazioni<br />

di nidificazione in boschi mesofili di sole latifoglie,<br />

particolarmente freschi ed umidi, esposti a nord, si<br />

hanno per le prealpi bergamasche e varesine e nell’alto<br />

corso del Ticino (BRICHETTI & FASOLA, 1990). Nidifica<br />

in cavità naturali in vecchi alberi oppure nei<br />

muretti a secco e nei muri dei rustici e delle baite; si<br />

adatta facilmente a nidificare nelle cassette nido. Sia<br />

in provincia di Mantova che di Cremona, non si hanno<br />

indizi di nidificazione. In provincia di Brescia la specie<br />

mostra una buona diffusione negli ambienti alpini<br />

e prealpini; per le zone collinari è segnalata sul Monte<br />

Orfano e sul Colle Cidneo, <strong>nella</strong> città di Brescia (BRI-<br />

CHETTI, 1989), mentre risulta assente in <strong>pianura</strong>. La<br />

Cincia mora mostra dei vistosi incrementi numerici,<br />

che si ripetono ciclicamente circa ogni 3-5 anni. Tutto<br />

ciò si traduce in periodiche invasioni nei tradizionali<br />

quartieri di svernamento, da parte <strong>degli</strong> individui provenienti<br />

dal nord-est dell’Europa. Nella primavera<br />

successiva a questi fenomeni di invasione, può

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