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atlante degli uccelli nidificanti nella “bassa” pianura lombarda (italia ...

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testo territoriale altamente antropizzato, dove in ogni<br />

unità di rilevamento sono presenti agglomerati urbani<br />

di varia natura e struttura, quali piccoli e grandi centri<br />

urbani, cascinali, abitazioni sparse o aree industriali.<br />

Sulla base dei risultati ottenuti non è possibile<br />

fornire una stima quantitativa della popolazione nidificante,<br />

che negli ultimi anni appare in decremento in<br />

alcune aree rurali intensamente coltivate. Le densità<br />

maggiori si sono rilevate in cascinali e in centri urbani<br />

rurali, soprattutto in quelli in cui sono ancora presenti<br />

le cosiddette “piccionaie o colombaie” o altri tipi<br />

di manufatti atti a facilitare la nidificazione di questa<br />

e altre specie, quali il Rondone comune e lo Storno.<br />

Molto basse le densità nelle zone industriali. Durante<br />

la ricerca non si sono osservati i caratteristici e<br />

voluminosi nidi a forma globosa nidi costruiti su alberi<br />

o arbusti; tale abitudine di nidificazione allo<br />

“stato primitivo”, ancora abbastanza diffusa negli anni<br />

‘70, è andata progressivamente rarefacendosi nel<br />

corso del decennio successivo.<br />

Per la spiegazione delle tipologie ambientali abbreviate in ordinata<br />

si rimanda alla legenda riportata a pag. 44<br />

Durante la presente indagine si sono effettuati censimenti<br />

campioni su transetti di circa 2 km lineari in<br />

due centri urbani della provincia di Brescia che hanno<br />

fornito le seguenti densità medie:<br />

Verolavecchia: 5,4-6,1 individui per edificio e 78,7-<br />

101,3 individui per km lineare.<br />

Gottolengo: 3,7-3,9 individui per edificio e 61,0-71,5<br />

individui per km lineare.<br />

In entrambi i centri urbani sono risultati maggiormente<br />

frequentati gli edifici isolati di vecchia costruzione<br />

rispetto alle costruzioni moderne, a schiera ed<br />

ai capannoni industriali (BRICHETTI & GARGIONI, oss.<br />

pers.). In una ricerca condotta nel 1992 sulla comunità<br />

ornitica di un’area campione lungo il Chiese<br />

presso Calvisano questa specie è risultata una delle<br />

dominanti per tutto il corso dell’anno (GARGIONI et<br />

al., 1998).<br />

Atlante <strong>degli</strong> <strong>uccelli</strong> <strong>nidificanti</strong> <strong>nella</strong> <strong>“bassa”</strong> <strong>pianura</strong> <strong>lombarda</strong><br />

137<br />

Sempre durante l’indagine (1991) è stata studiata la<br />

biologia riproduttiva di 230 coppie <strong>nidificanti</strong> in una<br />

colombaia (o torre passeraia) presso Borgo San Giacomo<br />

(BS), rilevando una produttività media di 3,5<br />

pulli per coppia e prime deposizioni concentrate tra il<br />

27 marzo e il 30 aprile, date più precoci di quelle note<br />

per l’Italia (BRICHETTI et al., 1993).<br />

Pierandrea Brichetti<br />

Bibliografia: BRICHETTI P., CAFFI M. & GANDINI S.,<br />

1993. Biologia riproduttiva di una popolazione di Passera<br />

d’Italia, Passer <strong>italia</strong>e, nidificante in una “colombaia”<br />

della <strong>pianura</strong> <strong>lombarda</strong>. Avocetta, 17: 65-71;<br />

GARGIONI A., GROPPALI R. & PRIANO M., 1998. Avifauna<br />

della Pianura Padana interna: andamenti settimanali<br />

del ciclo annuale delle comunità in un’area<br />

presso il fiume Chiese (Comune di Calvisano, provincia<br />

di Brescia). Natura Bresciana, 31: 161-174.<br />

Passeriformes Passeridae<br />

Passera mattugia<br />

Passer montanus<br />

Specie politipica a distribuzione paleartico-orientale.<br />

Sedentaria e nidificante, migratrice regolare e svernante.<br />

Lombardia: distribuzione ampia nei settori pianeggianti<br />

e collinari, più scarsa e frammentata in quelli<br />

montani, dove le densità decrescono progressivamente<br />

sopra i 700-800 m, con varie località di riproduzione<br />

sopra i 1000 m. In provincia di Brescia si rileva<br />

lo stesso modello distributivo regionale, con<br />

scarsa penetrazione nelle vallate alpine, dove poche<br />

coppie raggiungono quote di 1300-1400 m in alta<br />

Valle Camonica. Meno legata della Passera d’Italia<br />

all’uomo e alle sue attività, fa registrare elevate densità<br />

in zone rurali alberate con cascinali. Nelle province<br />

di Mantova e Cremona questa specie è comune<br />

e diffusa, con locale tendenza alla stabilità o al decremento.

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