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QUALITÀ EQUITÀ E SICUREZZA IN RSA

e sicurezza in RSA - Agenzia Regionale di Sanità della Toscana

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QUALITÁ, EQUITÁ E <strong>SICUREZZA</strong> <strong>IN</strong> <strong>RSA</strong> - REGIONE TOSCANA<br />

40<br />

Comunità Socio-riabilitativa - per individui con problemi sociali di diversa natura:<br />

anziani non autosuf cienti, con handicap sici, psichici o sensoriali; le prestazioni sono<br />

erogate nell’ambito di progetti specici di riabilitazione e recupero e indirizzati, se possibile,<br />

al reinserimento del soggetto nella società.<br />

Residenza Socio-sanitaria per anziani - per anziani non autosufcienti; le prestazioni<br />

sono ad alta integrazione sociale e sanitaria, con l’obiettivo di ottenere il massimo recupero<br />

possibile delle capacità psico-motorie degli ospiti<br />

Residenza Sanitaria Assistenziale - per anziani non autosufcienti e per disabili; le<br />

prestazioni sono mediche, infermieristiche e riabilitative.<br />

Il numero medio di nuove strutture residenziali, appartenenti a queste tre tipologie, che hanno<br />

avviato annualmente l’attività tra il 1950 e 2005, è andato aumentando progressivamente: da<br />

17,5 nel 1950-1979 a 85,8 nel 2000-2005, con un picco di oltre 100 vericatosi nel decennio<br />

1990-1999.<br />

Sempre secondo l’ISTAT, al 31 dicembre 2005 esistevano in Italia circa 3.665 strutture<br />

residenziali per anziani, con una maggiore concentrazione nel Nord. Anche per quanto<br />

riguarda la dimensione delle strutture, misurata in termini di PL, nelle regioni del Nord<br />

sembrano concentrarsi quelle di dimensioni maggiori.<br />

LE PRESTAZIONI <strong>IN</strong> <strong>RSA</strong><br />

Le già menzionate differenze regionali sono troppo rilevanti perché sia possibile, attualmente,<br />

identi care un modello (soprattutto concettuale) condiviso da tutti e in grado di mettere in<br />

relazione i livelli di assistenza prestati con la remunerazione degli erogatori. Manca quindi un<br />

insieme di criteri omogenei e consolidati utili a valutare le prestazioni offerte dalle <strong>RSA</strong>.<br />

Il recente DM del 21 novembre 2008, per la verità, denisce le modalità con cui istituire<br />

una banca dati nalizzata alla rilevazione delle prestazioni residenziali e semi-residenziali;<br />

si tratta però di un documento tuttora in fase di attuazione, benché ufciale. Esiste inoltre<br />

un Documento ancora uf cioso (una bozza di Decreto), relativo alla denizione dei LEA<br />

residenziali, che aspetta da tempo di essere approvato. Al momento attuale dunque, riferimenti<br />

normativi certi rimangono ancora il DPCM del 14 febbraio 2001 - relativo all’integrazione<br />

socio-sanitaria - e il DPCM 29/11/2001 - relativo ai LEA.<br />

Un lavoro pubblicato recentemente 47 ha esplorato la relazione tra le caratteristiche<br />

speci che dei pazienti e i tempi richiesti per l’assistenza, con relativa stima dei costi, al ne<br />

di identi care classi o pro li omogenei di assorbimento di risorse. L’obiettivo principale<br />

dello studio era quello di compiere un primo passo, e formulare una prima proposta, per<br />

la messa a punto di un sistema tariffario nazionale, da modulare eventualmente a livello<br />

regionale; la metodologia utilizzata, basatasi soprattutto su casi di studio, fornisce tuttavia<br />

indicazioni interessanti per la classicazione clinico-assistenziale dei pazienti, punto di<br />

partenza fondamentale anche per una valutazione di qualità dei servizi.<br />

In un campione di circa 600 pazienti, accolti in 7 residenze dell’ASP Emanuele Brignole di<br />

Genova, per un’intera settimana, sulle 24 h, sono stati rilevati i tempi di assistenza diretta<br />

47 Testi A et al. , Tendenze Nuove 1/2010.

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