Download File - Rivista Nuove Prospettive in Psicologia
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di d<strong>in</strong>iego emozionale che può perdurare nel tempo.<br />
Il dramma dell’olocausto, e soprattutto, il dilemma della memoria a distanza<br />
di anni ripropongono sempre lo stesso quesito: con quali parole si<br />
può raccontare ai posteri la più grande strage di vite umane consumata dal<br />
Terzo Reich?<br />
E’ evidente che i primi costretti a trovare le parole per descrivere lo<br />
sterm<strong>in</strong>io nazista sono stati i sopravvissuti e tutti coloro che nell’ hic et nunc<br />
hanno assistito all’accaduto.<br />
La mancanza di parole del sopravvissuto ad Auschwitz e la peculiare<br />
catatonia emotiva sperimentata da molti, rappresentano la forma di difesa<br />
più comune di fronte ad un ricordo carico di un affetto <strong>in</strong>tollerabile.<br />
In alcuni casi, secondo Krystal, la rimozione psicoaffettiva di un trauma<br />
<strong>in</strong>-pensabile conduce il soggetto ad una sorta di morte psicogena specificata<br />
da un’assenza quasi totale di emozioni tale da generare una seclusione<br />
psichica. L’<strong>in</strong>dividuo <strong>in</strong> qualche modo si robotizza, si automatizza, diviene<br />
una macch<strong>in</strong>a e ritira ogni tipo di <strong>in</strong>vestimento affettivo.<br />
Viene a mancare il senso di realtà, la facoltà di giudizio, l’<strong>in</strong>iziativa. Chi<br />
è stato esposto ad un trauma abnorme entra <strong>in</strong> uno stato catatonoide che<br />
co<strong>in</strong>cide con il blocco di ogni attività psichica.<br />
Inoltre: “Il paradosso dello stato traumatico è che l’ottundimento<br />
psichico e la seclusione sono vissuti come un sollievo rispetto ai dolorosi affetti<br />
precedenti, come l’ansia; allo stesso tempo, sono vissuti come una prima<br />
fase del morire poiché, <strong>in</strong>sieme al blocco affettivo, c’è un blocco dell’<strong>in</strong>iziativa<br />
e di ogni cognizione che mantenga la vita”( Van der Kolk, McFarlene,<br />
Weisaeth, 1996).<br />
Si assiste, <strong>in</strong> questo caso, alla più <strong>in</strong>sidiosa manifestazione di alessitimia.<br />
Non solo le parole e il l<strong>in</strong>guaggio non codificano i correlati emotivi,<br />
ma addirittura l’anaffettività estrema <strong>in</strong>fluisce sulle funzioni psichiche<br />
basilari che consentono la vita.<br />
Chi è stato colto da una grave traumatologia psichica adotta un sistema<br />
difensivo nei confronti delle emozioni tale da disconoscere e dimenticare<br />
qualsiasi forma emotiva, perché ogni tipo di emozione potrebbe riattivare<br />
quella scatenata dal trauma orig<strong>in</strong>ario.<br />
Alessitimia e trauma psichico catastrofico.*<br />
“Il trauma psichico catastrofico è def<strong>in</strong>ito come una resa a ciò che viene<br />
vissuto come un pericolo <strong>in</strong>evitabile di orig<strong>in</strong>e esterna o <strong>in</strong>terna”(Krystal<br />
H., 1988).<br />
La def<strong>in</strong>izione di Krystal sul trauma psichico catastrofico lascia <strong>in</strong>tendere<br />
che le possibilità di fronteggiare gli eventi traumatici sono assai limitate,<br />
tanto che risposte di resa o di ritiro emotivo sono le più frequenti.<br />
In seguito ad un periodo bellico, ad un eccidio di massa o a una calamità<br />
naturale, il sistema <strong>in</strong>dividuo subisce una brusca alterazione nell’<strong>in</strong>tero<br />
funzionamento psicosomatico.<br />
La mente non possiede nella propria memoria emotiva la capacità di<br />
reagire ad un evento così terribile e il corpo adotta meccanismi di difesa arcaici<br />
e <strong>in</strong>voluti, ma pur sempre adattativi al trauma.<br />
Lo stato catatonoide è uno di questi, simile alla trance ipnotica, si attiva