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Download File - Rivista Nuove Prospettive in Psicologia

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propria vita, destabilizza la persona colpita dall’evento e la porta a sperimentare<br />

un conflitto <strong>in</strong>trapsichico caratterizzato da ansia, attacchi di panico<br />

e mancanza della gestione emotiva. In molti racconti si potevano r<strong>in</strong>tracciare<br />

i tre tipi di s<strong>in</strong>tomi caratteristici del disturbo post traumatico da stress:1) Difficoltà<br />

a dormire, <strong>in</strong>cubi, immag<strong>in</strong>i e pensieri drammatici di tipo ‘<strong>in</strong>trusivo’,<br />

anche nei sogni provocando improvvisi risvegli; 2) L’attuazione anche <strong>in</strong>volontaria<br />

di d<strong>in</strong>amiche di evitamento: “Cerchiamo di evitare a ogni costo luoghi<br />

o eventi che ci ricord<strong>in</strong>o il trauma”; 3) Inf<strong>in</strong>e, irritabilità e difficoltà a<br />

rispettare il ritmo sonno-veglia.<br />

L’<strong>in</strong>tervento degli psicologi volontari sul campo, esperti di emergenze,<br />

è stato immediato. Il primo passo è stato caratterizzato dall’accoglienza della<br />

popolazione colpita dal sisma con colloqui di gruppo per far emergere la<br />

forte emotività. L’obiettivo di questo <strong>in</strong>contro è stato di cercare di <strong>in</strong>iziare a<br />

rielaborare brevemente e collettivamente il significato dell’evento e a ridurre<br />

l’impatto dell’avvenimento traumatico, <strong>in</strong> modo tale da evitare che l’emotività<br />

rimanesse imprigionata nel profondo (defus<strong>in</strong>g). In un secondo momento<br />

è stato tracciato un bilancio di gruppo dell’accaduto, diviso <strong>in</strong> sette<br />

tappe e gestito da uno psicologo esperto nelle emergenze, allo scopo di elim<strong>in</strong>are<br />

o alleviare le conseguenze emotive spesso generate da questo tipo di<br />

esperienze andando a normalizzare la popolazione colpita:<br />

1. Introduzione (nel quale è stato spiegato il lavoro da fare rispetto al<br />

gruppo che si era composto); 2. Discussione dei Fatti (ricostruzione degli eventi<br />

occorsi, attraverso le “narrazioni” e le prospettive multiple dei partecipanti);<br />

3. Discussione dei Pensieri/Cognizioni (che i partecipanti hanno avuto durante<br />

l’evento); 4. Discussione delle Emozioni (condividendo quelle provate durante<br />

l’evento, e comprendendo così che è “legittimo e normale” sentirsi a disagio<br />

dopo un evento critico e che anche altri colleghi possano aver avuto emozioni<br />

simili alle proprie); 5. Discussione dei S<strong>in</strong>tomi (eventualmente provati nelle ore o<br />

nei giorni successivi all’evento critico); 6. Fornire Informazioni (sulle reazioni<br />

post-traumatiche e su eventuali “punti di contatto” <strong>in</strong> caso di necessità personali<br />

future); 7. Conclusioni. L’esperienza di debrief<strong>in</strong>g è stata chiusa spesso anche<br />

<strong>in</strong> modi <strong>in</strong>formali, bevendo e mangiando qualcosa <strong>in</strong>sieme per r<strong>in</strong>saldare<br />

i legami sociali di gruppo dopo l’evento critico e la “fatica emotiva”; <strong>in</strong>fatti<br />

dobbiamo pensare a ciò che è accaduto, soprattutto nelle comunità più piccole<br />

che hanno subito una violenta perdita delle relazioni, dei rapporti col vic<strong>in</strong>ato,<br />

cioè di tutte quelle abitud<strong>in</strong>i di una vita <strong>in</strong>tera.<br />

Dal punto di vista di un bamb<strong>in</strong>o, la situazione cambia notevolmente.<br />

Infatti la persona adulta possiede gli strumenti psicologici per razionalizzare<br />

l’accaduto traumatico, mentre un bamb<strong>in</strong>o vive l’evento soprattutto sotto<br />

l’aspetto emotivo. L’<strong>in</strong>tervento attuato con i bamb<strong>in</strong>i è stato di tipo psicoeducazionale.<br />

Si è lavorato molto attraverso colloqui mirati con i genitori, <strong>in</strong>terventi<br />

che hanno cercato di portare all’esternazione dell’evento traumatico<br />

con l’impiego della tecnica del disegno e alla creazione di favole che richiamavano<br />

l’accaduto, l’uso del gioco e della teatralità, per rivivere quei momenti<br />

<strong>in</strong> una prospettiva ludica.<br />

Per f<strong>in</strong>ire, esam<strong>in</strong>iamo le ripercussioni psicologiche, che l’evento catastrofico<br />

ha provocato nelle persone ormai anziane. L’ultima “stagione della<br />

vita” è caratterizzata da una ricerca di pace e tranquillità, la persona anziana<br />

è fragile e cagionevole, riuscire ad accettare di dover vivere, per non si sa

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