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Relazione illustrativa - Comune di Campagna

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Asse II: Risorse culturali<br />

I vincoli geomorfologici e la stratificazione storico-urbanistica<br />

La complessità geomorfologia del territorio <strong>di</strong> <strong>Campagna</strong> – antropizzato, allo<br />

stato attuale delle conoscenze, da oltre 3.500 anni, cioè dall’Età del Bronzo –<br />

è un esempio dell’organica fusione dei vincoli della geografia e delle ragioni<br />

della storia che ha lasciato significative memorie culturali da allora in poi.<br />

Esaminando, in particolare, la relazione tra ambiente fisico e inse<strong>di</strong>amenti<br />

umani è possibile in<strong>di</strong>viduare almeno otto fasi nello sviluppo storico del sito.<br />

1. I siti antropici protostorici e le piste della transumanza.<br />

In questa prima fase si ritrovano siti antropici sparsi o situati lungo piste<br />

preistoriche.<br />

“Il territorio campagnese è stato abitato sin dai tempi più remoti, come<br />

testimoniano vari ritrovamenti: la grotta ossifera risalente all’età del<br />

bronzo, nella valle compresa tra i torrenti Tenza ed Atri – dove è ubicato<br />

attualmente il centro antico – e i rinvenimenti effettuati sul monte<br />

Polveracchio, riconducibili alla stessa epoca protostorica (XV sec. a.C.),<br />

ne sono la prima prova certa. Grazie ai rinvenimenti effettuati, è stato<br />

possibile stabilire che, sin dall’antichità, tali luoghi facessero parte della<br />

rete dei tratturi montani che permettevano il collegamento tra la valle del<br />

Sele e quella del Calore beneventano” (Lucio Ganelli, <strong>Campagna</strong><br />

me<strong>di</strong>oevale tra XI e XIII secolo, luglio 2005, p.13).<br />

In generale mentre sono noti nella conca del Sele i ritrovamenti e le<br />

necropoli che risalgono all’età eneolitica, non sono stati in<strong>di</strong>viduati i siti<br />

dei villaggi stabili. Né sono noti quelli dell’inizio dell’età del ferro (IX<br />

sec.), sebbene da numerosi rinvenimenti si deduca che, allora: “L’Agro<br />

Picentino <strong>di</strong>ventò intensamente abitato in seguito all’arrivo <strong>di</strong> comunità<br />

agricole … (mentre in seguito) … si ha l’impressione che la zona sia<br />

rimasta spopolata per circa un millennio a <strong>di</strong>fferenza della vicina zona<br />

pestana, abitata anche nell’età del bronzo” (S. de Caro, A. Greco,<br />

Campania, 1981, pag. 121). Nell’agro picentino a destra del Sele la<br />

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