Relazione illustrativa - Comune di Campagna
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6. <strong>Campagna</strong> durante il regno borbonico: consolidamento della città.<br />
Nei 117 anni della monarchia borbonica, intervallati dal semestre della<br />
Rivoluzione del 1799 e del decennio francese (1806-’15), la popolazione<br />
crebbe lentamente per cui la città ebbe uno sviluppo urbanistico limitato<br />
al completamento <strong>di</strong> alcune zone come, ad esempio, il rione S. Antonio;<br />
mentre erano ristrutturati e ampliati molti e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> abitazione.<br />
Nel 1742 una stima della popolazione valuta in 4.000 gli abitanti, che<br />
giunsero a circa 4.500 trent’anni dopo; mentre per Giustiniani nel 1797<br />
gli abitanti salirono a circa 6.000.<br />
Intanto già all’inizio del regno borbonico giocò un ruolo rilevante nella<br />
storia della città l’istituzione del Seminario Diocesano attivo dal 1737-’38<br />
(sebbene fondato nel 1723), che tuttavia avrà una sede adeguata solo nel<br />
1827 nell’ex monastero <strong>di</strong> S. Spirito.<br />
Ma la fine del secolo annuncia una svolta strutturale. La rivoluzione del<br />
1799 e il decennio francese mutano profondamente il sistema economico-<br />
istituzionale con la soppressione della feudalità (1806) e dei monasteri<br />
(1808 e 1811), che liberarono i complessi religiosi riutilizzati per altre<br />
funzioni. Tra queste ricor<strong>di</strong>amo l’attivazione della Sotto-intendenza<br />
localizzata nell’ex convento degli agostiniani, a<strong>di</strong>bito dopo l’Unità<br />
d’Italia a Sotto-prefettura, in seguito a Prefettura e, oggi, a sede<br />
comunale.<br />
Intanto, è da rilevare che ancora nel XVIII sec. perdura l’abbandono della<br />
fascia costiera della piana del Sele, sempre impaludata e malarica.<br />
Essa fu “riscoperta” solo quando Carlo <strong>di</strong> Borbone nel 1746 fece<br />
attraversare l’area con una strada corrispondente all’incirca all’attuale<br />
Strada Statale 18.<br />
Sei anni dopo nel 1752 il sovrano fittò al conte Chiazzo de’Rossi la<br />
tenuta <strong>di</strong> Serra-Persano situata alla confluenza tra il Sele e il Calore, e<br />
incaricò Luigi Vanvitelli <strong>di</strong> costruire un elegante palazzo per circa 1500<br />
persone inserito nel magnifico paesaggio, rappresentato splen<strong>di</strong>damente<br />
da Hackert. Ma, nonostante la presenza <strong>di</strong> un tale sito reale, 33 anni dopo<br />
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