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Relazione illustrativa - Comune di Campagna

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8. L’involuzione dal dopoguerra: il declino del centro storico e la pessima<br />

urbanizzazione a valle.<br />

L’ultima fase dello sviluppo <strong>di</strong> <strong>Campagna</strong>, dal dopoguerra ad oggi, è<br />

supportata dalla costruzione dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, alla<br />

fine degli anni ’50, peraltro tuttora in corso <strong>di</strong> potenziamento, e dallo<br />

svincolo che aggancia il comune alla grande viabilità nazionale.<br />

In pratica, questo nuovo asse infrastrutturale richiama a valle altri<br />

inse<strong>di</strong>amenti produttivi seguiti dalle residenze e dagli esercizi<br />

commerciali.<br />

Tuttavia, tale urbanizzazione avviene in modo casuale, al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong><br />

qualsiasi <strong>di</strong>segno urbano e provoca il declino progressivo del centro<br />

storico. In particolare: “il degrado del centro antico <strong>di</strong> <strong>Campagna</strong><br />

corrisponde, naturalmente alla per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> identità dell’abitato causato dal<br />

venir meno delle ragioni che ne avevano determinato la formazione, già<br />

sostituite <strong>di</strong> volta in volta da altre sempre congruenti, egualmente valide<br />

anche se <strong>di</strong>verse. Nei tempi recenti la rapi<strong>di</strong>tà dei cambiamenti dei<br />

rapporti sociali e produttivi non ha consentito adattamenti o<br />

trasformazioni valide per l’uso del patrimonio accumulatosi nel centro tra<br />

i monti” – scrive M. R. Pessolano, aggiungendo: “La popolazione tra il<br />

1951 e il 1968 si conserva quasi invariata con un decremento, in 17 anni,<br />

<strong>di</strong> 300 unità (si passa cioè da 12.592 a 12.257 persone), mentre ben<br />

<strong>di</strong>versi sono i dati sulla mobilità interna. Gli abitanti del centro storico si<br />

riducono dal 62,2 % al 49% del totale; le frazioni <strong>di</strong> collina non segnano<br />

mutazioni significative e quelle <strong>di</strong> pianura passano dal 23,3 al 35,6%”.<br />

In sostanza, dal dopoguerra si assiste allo sviluppo dei cinque comuni<br />

costieri a danno dei centri urbani più antichi arrocati da secoli sulle<br />

montagne.<br />

Se nel 1931 gli abitanti dei comuni litoranei ammontavano a 90.017<br />

unità, nel 1961 essi salgono a 153.326; cioè risultano più che triplicati<br />

rispetto a quelli <strong>di</strong> un secolo e mezzo prima.<br />

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