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Consorzio del Padule del Bientina Piano di Classifica degli immobili ...

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<strong>Consorzio</strong> <strong>di</strong> Bonifica <strong>del</strong> <strong>Bientina</strong> <strong>Piano</strong> <strong>di</strong> <strong>Classifica</strong> Comprensori 12 e 13<br />

dall’altro, al progressivo intensificarsi <strong>di</strong> interventi finalizzati alla salvaguar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> interessi<br />

generalizzati sul territorio, a qualunque uso destinato.<br />

Con l’emanazione <strong>del</strong>la Legge 183/1989 vengono introdotte novità <strong>di</strong> rilievo al quadro sopra<br />

descritto. Ci si riferisce in particolare al ruolo assegnato ai Consorzi quali soggetti realizzatori <strong>del</strong>le<br />

finalità <strong>del</strong>la legge sia sul piano programmatorio sia su quello attuativo <strong>degli</strong> interventi. I Consorzi<br />

vengono infatti configurati come una <strong>del</strong>le istituzioni principali per la realizzazione <strong>degli</strong> scopi<br />

<strong>del</strong>la <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong> suolo, <strong>del</strong> risanamento <strong>del</strong>le acque, <strong>di</strong> fruizione e gestione <strong>del</strong> patrimonio idrico per<br />

gli usi <strong>di</strong> razionale sviluppo economico e sociale, <strong>di</strong> tutela <strong>degli</strong> interessi ambientali ad essi<br />

connessi, e non semplicemente come soggetti assegnatari dal solo compito <strong>del</strong> mero riassetto <strong>del</strong><br />

suolo (Cons. stato, sez. VI, 1.3.2005, n. 799).<br />

Non <strong>di</strong> meno, l’impostazione prevalentemente idraulico-naturale tipica <strong>del</strong>la <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong> suolo, così<br />

come la sua forte connotazione in chiave <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa passiva che sembra ricavarsi dalla separata<br />

in<strong>di</strong>viduazione <strong>del</strong>le tipologie <strong>di</strong> intervento in<strong>di</strong>cate dall’articolo 3 <strong>del</strong>la Legge 183/1989, nonché<br />

dalla <strong>di</strong>sciplina sul contenuto dei Piani <strong>di</strong> Bacino, sembrano marginalizzare la concezione <strong>di</strong><br />

conservazione <strong>di</strong>namica <strong>del</strong> suolo su cui si fonda la bonifica e la coor<strong>di</strong>nata finalizzazione <strong>di</strong> una<br />

pluralità <strong>di</strong> interventi volti a mo<strong>di</strong>ficare i precari equilibri naturali sulla quale la medesima si è<br />

sviluppata. La bonifica cioè sembrerebbe, in tale contesto normativo, compresa nel suo ruolo <strong>di</strong><br />

azione complessiva (integralità). Tale legge è stata recepita in Toscana con la LRT 74/1998, che<br />

coglie le profonde connessioni tra le finalità <strong>del</strong>la moderna bonifica e l’attività <strong>di</strong> tutela <strong>del</strong> suolo,<br />

<strong>del</strong>le acque e <strong>del</strong>l’ambiente , organizzando il territorio regionale in sei ambiti territoriali <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa<br />

<strong>del</strong> suolo e in 41 comprensori <strong>di</strong> bonifica.<br />

La legge 5 gennaio 1994, n. 36 (c.d. Legge Galli) riforma la <strong>di</strong>sciplina <strong>del</strong>le risorse idriche; senza<br />

soffermarci su aspetti quali la totale pubblicizzazione <strong>del</strong> patrimonio idrico, il venir meno <strong>del</strong>la<br />

piena ed incon<strong>di</strong>zionata <strong>di</strong>sponibilità <strong>del</strong>le acque esistenti sul fondo agricolo o i limiti imposti al<br />

proprietario <strong>del</strong> fondo sull’utilizzazione <strong>di</strong> tali acque, utilizzazione che rimane comunque<br />

con<strong>di</strong>zionata all’adozione <strong>di</strong> un provve<strong>di</strong>mento da parte <strong>del</strong>la Pubblica Amministrazione, interessa<br />

sottolineare il riba<strong>di</strong>to essenziale ruolo svolto dai Consorzi <strong>di</strong> Bonifica.<br />

Infatti la legge quadro sulle risorse idriche, nel confermare le primarie funzioni dei Consorzi nella<br />

gestione <strong>del</strong>le acque ad usi prevalentemente irrigui, affida ai medesimi funzioni in materia <strong>di</strong> usi<br />

plurimi, con riguardo sia alla realizzazione e gestione <strong>di</strong> impianti per l’utilizzazione <strong>del</strong>le acque<br />

reflue in agricoltura, sia alla possibile utilizzazione <strong>del</strong>le medesime per altri usi<br />

(approvvigionamento <strong>di</strong> impianti industriali, produzione <strong>di</strong> energia elettrica, ecc.) all’unica<br />

con<strong>di</strong>zione che l’acqua torni indenne all’agricoltura.<br />

La l. 183/89 e la successiva legge Galli inaugurano la quarta fase <strong>del</strong>la bonifica, cd. fase ambientale,<br />

nella quale le attività tra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong> bonifica sono inquadrate nella più ampia azione pubblica <strong>del</strong>la<br />

<strong>di</strong>fesa <strong>del</strong> suolo, la tutela, la valorizzazione ed il corretto uso <strong>del</strong>le risorse idriche, la tutela<br />

<strong>del</strong>l’ambiente come ecosistema, in una concezione globale <strong>degli</strong> interventi sul territorio (così Corte<br />

Cost. <strong>del</strong> 24.7.1998 n. 326, in dottrina, Cascione, op. citata, Modugno, op. citata, Manfre<strong>di</strong>, in Le<br />

Regioni, 1998, Pala<strong>di</strong>n, in Le Regioni, 1995). Le leggi regionali emanate in materia e <strong>di</strong> istituzione<br />

dei Consorzi <strong>di</strong> Bonifica recepiscono questo nuovo concetto <strong>di</strong> bonifica (e si vedano, quali esempi,<br />

LR Toscana 34/94, <strong>di</strong> cui si <strong>di</strong>rà infra, LR Emilia Romagna 42/84 e succ. mod., LR Puglia 54/80 e<br />

succ. mod.).<br />

In tal senso, gli organi preposti alla bonifica vengono ad essere enti <strong>di</strong> funzione, qualificati dalla<br />

funzione stessa che la legge affida loro.<br />

Si può quin<strong>di</strong> conclusivamente affermare che i Consorzi si trovano oggi ad operare in una realtà<br />

giuri<strong>di</strong>co istituzionale profondamente <strong>di</strong>versa rispetto a quella <strong>del</strong> passato essendo la bonifica<br />

configurata, sia nella legislazione statale che in quella regionale, come uno strumento or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong><br />

gestione <strong>del</strong> territorio ; ciò si traduce, sul piano operativo, nella necessità <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzare la propria<br />

attività oltre che alla realizzazione <strong>degli</strong> interventi <strong>di</strong> sicurezza idraulica <strong>del</strong> territorio e<br />

<strong>del</strong>l’irrigazione, verso finalità complessive <strong>di</strong> protezione <strong>del</strong>lo spazio rurale, <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a <strong>del</strong><br />

paesaggio e <strong>del</strong>l’ecosistema agrario, <strong>di</strong> tutela <strong>del</strong>la quantità e qualità <strong>del</strong>le acque.<br />

D.R.E.AM – Italia soc. coop pag 142 <strong>di</strong> 193

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