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Scheda 3 La sindrome Nimby: alcuni casi di fallimento<br />

L’INCENERITORE FENICE: DAVIDE CONTRO GOLIA<br />

Nel 1992 la Fiat decise di localizzare un inceneritore per i propri rifiuti industriali nel comune di Verrone, in provincia<br />

di Biella, dove possedeva uno stabilimento in via di dismissione. Ci fu un’immediata reazione delle comunità<br />

locali che coinvolse l’intera provincia. Nel 1995 il progetto Fenice della Fiat superò la procedura VIA e ottenne<br />

la dichiarazione di compatibilità ambientale, ma ciò malgrado la Fiat non si sentì di sfidare l’opposizione locale<br />

e alla fine rinunciò completamente al progetto.<br />

(G. Borrelli, Davide contro Golia: l’inceneritore Fenice di Verrone, in L. Bobbio e A. Zeppetella (a cura di), Perché<br />

proprio qui? Grandi opere e opposizioni locali, Milano, Angeli, 1999)<br />

IL TERMINALE DI MONFALCONE: LA CONCERTAZIONE DIMEZZATA<br />

Nel 1993 la Snam decise di localizzare a Monfalcone un terminale di rigassificazione del metano che avrebbe<br />

dovuto arrivare via mare dalla Nigeria. Si trattava di un’opera di evidente interesse nazionale dal momento che<br />

riguardava l’approvvigionamento energetico del paese. La Snam fu fin dall’inizio consapevole delle difficoltà che<br />

avrebbe incontrato sul piano locale e mise in atto una vasta campagna di comunicazione e di confronto con la cittadinanza.<br />

Nel 1995 il sindaco di Monfalcone (favorevole all’impianto) pensò che fosse venuto il momento di<br />

troncare la discussione e non si oppose alla proposta di referendum promossa dagli oppositori. Ma la maggioranza<br />

dei votanti si espresse per il no. La Snam fu costretta a rinunciare al progetto e dovette pagare alla Nigeria<br />

ingenti penali per il mancato acquisto del metano.<br />

(R. Gallimbeni, L. Piani e A. Zeppetella, La concertazione dimezzata. Il terminale di rigassificazione del metano<br />

liquido di Monfalcone, in L. Bobbio e A. Zeppetella (a cura di), Perché proprio qui? Grandi opere e opposizioni locali,<br />

Milano, Angeli, 1999)<br />

COMITATI PRO OSPEDALI: LA RAZIONALIZZAZIONE MANCATA<br />

Allo scopo di razionalizzare le strutture sanitarie, le regioni hanno cercato in questi anni di sopprimere alcuni<br />

piccoli ospedali. Esse si sono spesso imbattute nella tenace resistenza delle comunità che non volevano perdere un<br />

servizio ritenuto importante e temevano soprattutto un effetto di declassamento. Nel casi di Porretta Terme, di<br />

Como e di Comacchio uno studio documenta le strategie adottate dai comitati pro-ospedale e mostra che alla<br />

fine essi hanno ottenuto un completo successo: i loro ospedali non sono stati chiusi.<br />

(F. Toth, Quando i partiti falliscono: i comitati cittadini come organizzazioni politiche effimere, in “Polis”, 2003, n.2,<br />

pp. 229-256)<br />

SCANZANO JONICO: UN’INTERA REGIONE BLOCCA LE SCELTE DEL GOVERNO<br />

Il primo serio tentativo compiuto dal governo italiano di risolvere l’annosa questione della messa in sicurezza dei<br />

rifiuti nucleari si è risolto in un fulmineo fallimento. Il 13 novembre 2003 il governo emanò un decreto-legge in<br />

cui indicava il comune di Scanzano Jonico come sede del deposito definitivo delle scorie nucleari. Un mese dopo,<br />

in seguito alle efficacissime proteste dell’intera Basilicata, il parlamento convertì il decreto-legge eliminando la<br />

designazione del comune lucano e rinviando di un anno la scelta localizzativa.<br />

(L. Bobbio, Il decisionismo si è fermato a Scanzano Jonico, in “Il giornale dell’architettura”, n. 14, gennaio<br />

2004, p. 22)<br />

ALESSANDRIA: LA PIATTAFORMA LOGISTICA<br />

La Piattaforma Logistica di Alessandria è un progetto predisposto da Comune e Provincia di Alessandria. Consiste<br />

in un’area di circa due milioni di metri quadrati (denominata distripark) ove insediare una serie di aziende del<br />

IN QUALI CIRCOSTANZE 21

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