A più voci.pdf - Partecipazione
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Scheda 7 Un dirigente comunale che ha provato l’Open Space Technology<br />
INTERVISTA A GIUSEPPE NOTA, DIRIGENTE SETTORE GIOVENTÙ DEL COMUNE DI TORINO<br />
Qual era il suo problema iniziale?<br />
Il problema era, in un certo senso, proprio il punto di partenza delle politiche giovanili. Sia io che il vicesindaco<br />
con delega alle politiche per i giovani, Marco Calgaro, avevamo in <strong>più</strong> occasioni riflettuto su come mancassero<br />
delle iniziative rivolte ai giovani dai contenuti positivi, l’unico modo con cui si guarda ai giovani è con leggi che<br />
definiscono il problema e forniscono soluzioni (ad esempio, tossicodipendenze, la mancanza di una casa…).<br />
Alla fine del 2001 quindi, durante una conferenza di Torino Internazionale il vice sindaco segnalò che nel documento<br />
strategico della città di Torino mancava qualunque riferimento al contributo dei giovani alla definizione delle idee<br />
di sviluppo della città. Nacque quindi nulla <strong>più</strong> di un’idea: come può venire dai giovani un impulso alla crescita della<br />
città? accanto a questo problema molto generale, ce n’era uno <strong>più</strong> specifico: tutte o quasi le idee progettuali e le iniziative<br />
nate nel nostro ufficio non raccoglievano una volta pubblicizzate l’adesione da parte dei giovani che avevamo<br />
immaginato. I progetti “cadevano nel vuoto”. Era come se non centrassimo il loro target d’interesse.<br />
Come ha pensato di affrontarlo?<br />
Da subito abbiamo escluso di commissionare una ricerca o uno studio per capire cosa non andava. Abbiamo<br />
invece deciso di offrire ai giovani uno spazio, delle risorse e degli strumenti di accompagnamento adeguati per<br />
creare e realizzare delle idee. Dopo una prima ricostruzione e animazione del tessuto giovanile si sono organizzati<br />
dei gruppi di lavoro con cui si è fatta prima un’analisi SWOT, successivamente i dati emersi sono stati analizzati,<br />
con i giovani e i tecnici, durante un focus group e alla fine si è deciso di sperimentare l’Open Space Technology.<br />
Perché l’Open Space?<br />
Perché il progetto viene meglio! Sin dall’inizio abbiamo strutturato questo processo in modo che vi partecipasse<br />
solo chi realmente aveva qualcosa da dire. Soprattutto nel caso dell’OST, che ha dato luogo a risultati strabilianti,<br />
l’unico requisito era questo: avere ed esprimere una motivazione a partecipare. Se avessimo utilizzato solo metodi<br />
di consultazione ordinaria quello che avremmo ottenuto sarebbero state solo parole generiche di chi non sa nulla<br />
dell’argomento.<br />
Che risultati pensa di aver ottenuto?<br />
Il modo in cui abbiamo arricchito, ridefinito e complicato il progetto ci darà materiale su cui lavorare per anni!<br />
Ma l’aspetto veramente eccezionale è conoscere cose che non sapevi, renderti conto che ci sono tantissime idee<br />
che tu non avevi avuto e che però grazie al tuo lavoro, agli spazi che tu hai potuto mettere a disposizione, è stato<br />
possibile costruire e definire.<br />
Intervista a cura di Paola Pellegrino<br />
Per il report di questa esperienza di Open Space: www.comune.torino.it/infogio/idee/<br />
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