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A più voci.pdf - Partecipazione

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Scheda 5 Un caso di applicazione di Planning for Real<br />

PALERMO: PROGETTO PER LA RIQUALIFICAZIONE DI UNO DEI QUARTIERI A CAVALLO<br />

DELLA TANGENZIALE INTERNA DI PALERMO<br />

Qual era il problema iniziale?<br />

Si trattava di una consultazione pubblica, organizzata con il metodo Planning for Real, per mettere a fuoco le esigenze<br />

e le proposte di intervento degli abitanti in merito agli spazi pubblici e ai servizi del quartiere, con particolare<br />

riferimento ai possibili scenari di trasformazione della tangenziale. Il nostro problema era che arrivavamo da<br />

fuori, in un quartiere molto difficile (ad alta densità mafiosa), con gravi problemi sociali e con una bassissimo<br />

tasso di scolarizzazione. Quindi non sapevamo se il meccanismo che intendevamo proporre avrebbe funzionato:<br />

il gioco di simulazione sarebbe stato deriso o apprezzato?<br />

Come l’abbiamo affrontato<br />

Nell’organizzare l’evento avevamo preso alcune precauzioni, che si sono rivelate importantissime: ci siamo messi<br />

sul sagrato della Chiesa del quartiere, nell’intervallo tra due messe principali, e avevamo preparato un robusto<br />

rinfresco da offrire ai partecipanti. Il terzo vantaggio era che c’era un sole magnifico, e questo aiuta non poco.<br />

Per la consultazione avevamo preparato un grosso plastico del quartiere, le carte-opzione e alcuni pannelli interattivi,<br />

su problemi specifici che erano stati messi a fuoco nella fase di indagine-ascolto. Al momento dell’uscita<br />

dalla messa abbiamo cercato di convincere tutti quelli che potevamo ad entrare nel percorso di consultazione, e<br />

data la nostra disposizione non è stato difficile. All’inizio però c’era una grande diffidenza, non tanto su quello<br />

che proponevamo, ma sul fatto di sentirsi portatori di qualche sapere che potesse interessare i tecnici. La riposta<br />

era “che ne so io? siete voi tecnici che dovete dare le risposte”. Quando si è rotto il ghiaccio con alcune persone, in<br />

particolare ragazzini e anziani, dopo averli guidati con molta cura nel percorso a tappe, è iniziato un passaparola<br />

tra le persone: prima fra quelle presenti lì, e poi in tutto il quartiere, fra le famiglie a pranzo, per cui nel pomeriggio<br />

ha cominciato ad arrivare gente che veniva apposta per la consultazione, avendo già preparato le cose da dire.<br />

Al pomeriggio abbiamo avuto tantissimi partecipanti e discussioni molto appassionate, una risposta incredibible:<br />

sia in termini di competenze che di conoscenza del territorio.<br />

Come tutte le città mediterranee, Palermo sfugge a qualunque interpretazione tecnica, perché il livello di complessità<br />

e di stratificazione degli usi del territorio fuoriesce a qualunque controllo. Invece gli abitanti conoscono<br />

questa realtà e ci si muovono a proprio agio, quindi sono una grande risorsa da usare. I comportamenti che ad un<br />

occhio tecnico risultano tutti illegali o abusivi allo stesso modo (come il cocomeraio o il chiosco senza la licenza,<br />

o invece il singolo che usa lo spiazzo per farne la sua carrozzeria privata), se intepretati da un abitante ti possono<br />

aiutare a capire che alcuni sono percepiti come delle vere violazioni mentre altri sono riconosciuti come perfettamente<br />

fisiologici alla vita del quartiere. Quindi, se come tecnico questi comportamenti li dovessi sanzionare,<br />

dovrei farlo solo dopo aver capito quali sono socialmente accettati e quali rifiutati.<br />

Che cosa abbiamo ottenuto<br />

Dal punto di vista progettuale niente. Nel senso che il punto debole del processo era che questa partecipazione<br />

non aveva un referente politico forte, che si impegnasse a raccoglierne i risultati. Invece dal punto di vista conoscitivo,<br />

di ricchezza e di spessore umano del quartiere, tantissimo. Se questo lavoro avesse avuto un seguito reale<br />

avrebbe potuto dimostrare, in modo concreto, che esistono modi diversi in cui dal basso si può far sentire la propria<br />

voce, e che, senza passare attraverso una rete clientelare, si potrebbe cambiare un pezzo di Palermo.<br />

Testimonianza di Matteo Robiglio, Avventura Urbana<br />

COME. APPROCCI E TECNICHE PER L’INTERAZIONE COSTRUTTIVA 89

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