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PAZZINI 125 ANNI

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Mavòss, Baricàcia a pestare il grano, dato che Plincio, il meccanico,<br />

doveva partire per il fronte? E poi, per giunta, partire per<br />

un fronte lontano, lontano tanto, loro che massimo massimo<br />

erano andati a piedi o col biroccino a Rimini, a S. Leo o a San<br />

Marino, toh, massimo San Marino quando c’era la festa dei Reggenti<br />

il 3 settembre. E piangeva, Meco, anche perché pensava<br />

che suo figlio Edoardo (che lui chiamava Duvardìn) gli era nato<br />

nel ’97 e aveva allora – aspettate, aiutatemi a fare il conto, la<br />

guerra è del ’15, allora a 15 ci devo aggiungere altri 3 anni ancora,<br />

dico bene? – Duvardìn, fatto il conto, aveva allora 18 anni<br />

e se la guerra non finiva presto, ma lutava parecchio, prima o<br />

poi toccava anche a lui. Eugenio, l’altro maschio, era piccolino,<br />

l’Enrica era una bella ragazza di vent’anni, ma era donna, la<br />

Maria poi non parliamo, era si può dire appena nata, Duvardo<br />

no, Duvardo era ormai in età. A pensare che a lui, che cominciava<br />

a usare tanto bene la matita per disegnare e il pennello di peli<br />

di martora per l’acquerello, prima o poi gli mettevano in mano<br />

un fucile per ammazzare, no, Meco non sapeva darsi pace, non<br />

gli andava giù. E la rabbia non calava, gli cresceva, era tutta<br />

una tigna man mano che vedeva la gente (non tutta, no, ma diversa<br />

gente sì) entusiasta per la guerra santa, che le ombre di<br />

Garibaldi, di Mazzini, del re Vittorio Emanuele ci proteggevano.<br />

Uss veid ch’i n’à i fiùl, si vede che non hanno nessuno che deve<br />

partire: me lo ricordo come adesso che diceva così quel giorno,<br />

chissà di che mese, ma era verso l’estate, doveva essere caldino<br />

perché le finestre della stamperia erano tutte aperte, e io sentivo<br />

da dentro la musica, la banda che suonava il “Va’, pensiero” di<br />

Verdi, la Marcia reale e la gente che gridava e applaudiva. Dunque,<br />

dov’ero rimasto? Ah, sì, diceva così quel giorno che sono<br />

partiti i primi verucchiesi per il fronte di guerra. Come mi ricordo<br />

quel pianto! Me lo ricordo anche perché non l’ho visto una<br />

volta sola. Erano passati pochi giorni da quel giorno e l’ho rivisto<br />

uguale uguale. Saranno stati i primi del mese dopo l’entrata<br />

in guerra. Sulla piastra Domenico appoggia la composizione del<br />

~ 23 ~

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