PAZZINI 125 ANNI
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cordicelle amorevoli, un brano di due pagine: una POESIA! Una<br />
poesia. E toccava a me, povera pedalina destinata a vivere e a<br />
morire tra moduli, biglietti, oscuri lavori. far conoscere l’arte, la<br />
poesia, a centinaia di persone, aiutarle ad esprimere un sorriso,<br />
un brandello di vita! Che volete che vi dica: forse mi era penetrata<br />
la felicità di chi è consapevole di contribuire – sia pure a<br />
suo modo, a suo piccolo modo – ad un’opera degna, a un lavoro<br />
utile; fatto sta che gli ingranaggi cantavano con l’allegria gioiosa<br />
di un bambino che trasmette agli altri la sua contentezza. Che<br />
bello, credetemi! Appena saputa la notizia che quei versi, recitati<br />
da Eugenio nelle feste di carnevale, nelle sere della veglia, fra<br />
gruppi di commensali, erano diventati pagina scritta da leggere e<br />
godere, una processione, ma una processione di amici che pareva<br />
il Corpus Domini: Felice il lungo, cioè Felice Riccardi barbiere,<br />
Gardini lo speziale, alchimista di liquori preziosi, Peppino Pecci,<br />
cultore e divulgatore coscienzioso di antiche memorie, il cugino<br />
Adalberto, che già cominciava la carriera accademica, Priamo<br />
Rodriguez, poeta e scrittore, Berto della Tersilla, oste tra i più<br />
saporiti dell’universo, il parroco Della Biancia, e poi Simoncini il<br />
farmacista, e poi… insomma, il paese intero. E tutti a chiedere i<br />
fogli freschi d’inchiostro e recitarli, sorridendo e complimentandosi<br />
con l’autore. Che soddisfazione! Da allora, da quel lontano<br />
1928/’29, tante volte ancora ho vissuto momenti di felicità, giorni<br />
indimenticabili nei quali una nuova poesia, pensata e scritta<br />
magari in una notte di febbrile insonnia, diventava piombo, diventava<br />
foglio vivente. Se non temessi di stancarvi, ve le vorrei<br />
recitare tutte (perché dovete sapere che pian piano mi sono poi<br />
appassionata al dialetto, sino a diventarne attenta conoscitrice<br />
e interprete); ma una, una ve la dovete proprio sorbire, se non<br />
altro perché fotografa la vita della casa Pazzini in quei tempi.<br />
State a sentire.<br />
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