PAZZINI 125 ANNI
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tuo soccorso” che prevedeva la concessione di una dote per il<br />
matrimonio di una ragazza bisognosa e il sussidio a un operaio<br />
malato o infortunato che potesse sostituire – almeno per un<br />
certo periodo – il salario che veniva a mancare. Di fronte alla<br />
indifferenza odierna (se non addirittura al fastidio) di passanti,<br />
bagnanti, turisti davanti a una persona ferita o rantolante sulla<br />
strada o sulla spiaggia, ce la sentiamo di chiamare sorpassati o<br />
trogloditi i nostri antichi samaritani senza avvertire un soprassalto<br />
di vergogna?<br />
Perchè allora la fede, una fede umile, sincera, spontanea,<br />
rivestita talvolta di contenuti e manifestazioni che agli odierni<br />
cultori di sociologia religiosa apparirebbero infantili o venati di<br />
superstizioni e magie, espressa in formule storpiate e esilaranti<br />
se non di rado irriverenti, ebbene, questa fede permeava la vita<br />
quotidiana, orientando comportamenti e imprimendo in essi uno<br />
stigma etico. D’accordo, non tutto riluce, era una fede con tutti gli<br />
adattamenti e le doppiezze che una furba morale contadina, personalizzata<br />
ai propri desideri, si fabbricava; questo è indubbio,<br />
ma insomma al fondo si poteva rintracciare un comportamento<br />
dettato dall’etica, influenzato da una fede che si manifestava nella<br />
religiosità popolare. Il rosario dopo la sobria cena, le devozioni<br />
del mese mariano, l’osservanza della Quaresima e dei venerdì, le<br />
rogazioni, le grandi ricorrenze religiose (con annessa processione<br />
e preghiere corali) scandivano il calendario della vita rurale e<br />
paesana, che registrava alcune frequentatissime e veneratissime<br />
ricorrenze. In particolare il 2 Agosto, festa del “Perdono di Assisi”<br />
che si svolgeva presso il convento e la chiesa dei Francescani<br />
nella (allora!) piccola frazione di Villa Verucchio. Un tripudio<br />
di canti, preghiere, confessioni e comunioni, irrobustite da una<br />
ricca colazione consumata nei prati adiacenti.<br />
L’altra ricorrenza, che persiste ancora nel cuore dei Verucchiesi,<br />
celebrava la devozione al Beato Gregorio Celli, transitato<br />
tra due secoli per la longevità eccelsa e ancora invocato come<br />
patrono del paese. A lui preghiere e festeggiamenti. La semplice<br />
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