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PAZZINI 125 ANNI

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l travagliato periodo dell’immediato dopoguerra trova la tipografia<br />

Pazzini in una fase di intensa ristrutturazione. Si<br />

trattava innanzitutto di sanare le ferite profonde della guerra,<br />

che avevano lasciato segni indelebili nel tessuto urbano del<br />

paese. Quasi il 70% delle case di Verucchio erano state infatti<br />

danneggiate o distrutte dalle ripetute incursioni aeree e dal devastante<br />

bombardamento navale del 1944. Lesionati in maniera<br />

gravissima l’Ospedale, la Chiesa collegiata, il Comune, le scuole<br />

e, come si è già detto, la tipografia, sepolta dai detriti e calcinacci<br />

della casa Pazzini, sventrata e inabitabile. Ma i miracoli, anche<br />

se non sono frequenti, avvengono anche a Verucchio, dove l’opera<br />

di ricostruzione era iniziata già all’indomani delle distruzioni<br />

e ferveva alacre ovunque. Il 21 settembre 1944 si compiva la<br />

liberazione del Comune. Quel giorno stesso i resti della armata<br />

tedesca in fuga lasciavano, come ricordo incancellabile di barbarie<br />

e ferocia, i cadaveri di 9 Verucchiesi, fucilati ai piedi della<br />

Rocca per azione di rappresaglia. Uno dei primi lavori della risorta<br />

tipografia che aveva ripreso l’attività con mezzi, strumenti<br />

e materiali di fortuna, fu purtroppo il manifesto funebre con i<br />

nomi dei nove cittadini inermi, sepolti in una fossa comune che<br />

erano stati obbligati a scavare prima di venire falciati dai fucili<br />

mitragliatori. Il manifesto li ricordava in maniera semplice e<br />

commossa, facendo precedere ai loro spogli nomi una semplice<br />

intestazione: “dall’amore della famiglia all’altare del martirio”.<br />

La medesima scritta diventerà poi la semplice, toccante epigrafe<br />

scolpita in pietra nel monumento commemorativo che Edoardo,<br />

diventato vice-sindaco del paese, si impegnerà a far erigere<br />

alla Fratta, a pochi metri di distanza dal luogo ove avvenne il<br />

criminale eccidio. La vita della tipografia, soprattutto in questi<br />

primi anni del dopoguerra, si intreccia e si identifica sempre più<br />

con la vita del paese, del quale testimonia e documenta, come<br />

abbiamo riportato or ora, episodi tristi e drammatici, ma del<br />

quale sigla e archivia pure, almeno per alcuni aspetti, i momenti<br />

più significativi, gli avvenimenti civici e democratici più carat-<br />

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