PAZZINI 125 ANNI

terizzanti. Come quando, il 21 ottobre 1946, si insedia il primo
Consiglio comunale liberamente eletto dalla popolazione di Verucchio
in seguito alle votazioni amministrative svoltesi ai primi
dello stesso mese. La Giunta Comunale, che ha retto le sorti del
paese sino a questa scadenza, rassegna il mandato; e il sindaco
Edoardo Pazzini distribuisce ai cittadini un’ampia relazione del
lavoro svolto sino a quella data dalla Giunta con la puntigliosa,
onesta precisazione che “questa breve, sommaria relazione
non vuole essere un’arida esposizione di quanto fu compiuto da
questa Amministrazione che non desidera, con questo mezzo,
ottenere lodi o stabilire punti di paragone, ma vuole essere una
consegna spirituale alla nuova Amministrazione che, eletta dai
suffragi del popolo, assume il governo della civica azienda”.
Sono quattro pagine di bilancio e di commento insieme (impresse
sulla restaurata macchina piana) che non si scorrono senza
un groppo di commozione e di orgoglio: stampate, come sono,
su carta-paglia friabilissima e deteriorabile che Eugenio rimediò
allora a fatica da vecchi depositi e scassati magazzini. Pagine
che sembrano visibilmente simboleggiare la volontà tenace di
ripresa del popolo romagnolo e il gusto, l’interesse, la passione
per le libertà democratiche finalmente recuperate.
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