PAZZINI 125 ANNI

o pensato anche alla traduzione, in modo che i non romagnoli
possano gustare – anche se in misura assai limitata
– la vivacità. la vena poetica che sorreggeva il giovane
tipografo. Vi è piaciuta? Vero che è carina? Oddio, non pensate
a Dante, Leopardi, Carducci; pensate a un poeta romagnolo
che non ha altra ambizione se non di somigliare a un delicato
fiore di campo, felice di spargere il suo agreste profumo. Ormai
a quel punto Eugenio s’era affezionato, e le poesie, le “zirudelle”
– come lui le chiamava – si facevano sempre più numerose
e diventavano sempre più richieste, obbligandolo a
ristampare i testi o a conservare i piombi già composti in qualche
ripostiglio. Finché un giorno – eravamo nel 1933 – in una
simpatica conversazione in tipografia alla presenza di vari
amici, sento annunciare la decisione: basta, non più fogli staccati
di singole poesie, ma un bel volumetto, dal titolo già trovato,
“Poesie giocose”, nel quale raccogliere le varie “zirudelle”
già scritte e pubblicate. Che contentezza, quel giorno! E
che dispiacere! Ah, non riuscite a spiegarvi il perché di questa
apparente contraddizione? Ve lo spiego subito: contentezza
per il successo crescente delle poesie dialettali, che imponevano
la loro raccolta in un volume; dispiacere perché la nuova
opera non si sarebbe stampata sulla mia pedalina, non avrei
avuto questo onore, ma sulla macchina piana comperata da
poco. Capisco, sì, scusate, siccome anche nel raccontare queste
cose vado a sprazzi, a episodi, dovete perdonare se la mia storia
presenta delle lacune, che quando capita l’occasione cerco
di colmare. Dunque. Dunque, non vi avevo ancora detto che la
tipografia in questi anni si era abbastanza irrobustita, arricchendosi
anche di una nuova macchina, pesante e costosa, indicatissima
per la stampa di manifesti in grande formato e di
“sedicesimi” di libro. Non abbiatevene a male, ma capisco che
qualche accenno devo fare anche su questo, se no sembra che
la tipografia Pazzini più che manifesti da morto e biglietti da
visita non sapesse fare. Invece la richiesta di pubblicazioni si
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