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[PDF] untitled - Sardegna Cultura

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attestazioni di natura epigrafica, con antroponimi di derivazione non<br />

latina, fatte oggetto di recente e puntuale analisi di studio (MASTINO,<br />

1993), così pure altre distinte documentazioni scultoree, i cippi a<br />

botte dei tipi cagliaritani e territori contermini, in siti di Ula Tirso,<br />

Busachi e Samugheo, pur essi attribuibili plausibilmente a rituali crematori<br />

[…]» (SANTONI, 1994; STEFANI, 1990).<br />

In parallelo, rimane utile ribadire come le presenze rituali crematorie<br />

del Losa parrebbero collocarsi «in parallelo con il fenomeno<br />

culturale contiguo» – pur esso di ambito funerario – «segnato dalle<br />

stele con figura umana scolpita e in bassorilievo e incisa, di aree contigue<br />

oristanesi e settentrionali sassaresi» (SANTONI, 1994).<br />

Nella lettura del quadro di insieme, resta fermo comunque che<br />

«l’ambito culturale difficilmente può interpretarsi come quello di una<br />

completa e integrata affermazione della civiltà latina, se non piuttosto<br />

di una articolata e variata commistione di echi, suggestioni e persistenze<br />

tenaci, ma non per questo sorde del tutto al processo generale<br />

d’integrazione caratterizzante il mondo romano» (TORE, 1998).<br />

Al riguardo, è esplicativo del processo di graduale transizione evolutiva<br />

dell’orizzonte culturale punico – romano, a livello colto, un<br />

esemplare vascolare di pisside, di imitazione dalla ceramica campana<br />

B, alta cm. 5,4, con base cm. 8, sul cui fondo esterno si trovano<br />

incise in collegamento reciproco «le due lettere neopuniche ain e k,<br />

cosa che ci conferma, ancora una volta, la persistenza della lingua<br />

punica in piena età romana» […], “a cavallo tra il II e il I sec. a.C.”<br />

(TRONCHETTI, 1994).<br />

Questo dato culturale, comunque non isolato (vedasi i due ostraca<br />

rinvenuti nella tomba di giganti di Domu ‘e s’Orku di Siddi, in<br />

FILIGHEDDU, 1994), è di estremo interesse, considerato che la produzione<br />

epigrafica in lingua semitica, “quanto mai precoce e a lungo<br />

vitale, […] «riguardò esclusivamente i centri costieri, dato che nei<br />

villaggi dell’interno, di carattere fondamentalmente rurale, manca<br />

qualunque attestazione scritta» (MASTINO, 1993).<br />

D’altro canto, come è noto, non tralasciando di richiamare, per<br />

l’eccezionale interesse culturale, la nota iscrizione trilingue, in greco,<br />

punico e latino di San Nicolò Gerrei, rimane altresì ovvio sottolineare<br />

che «la lingua e le tradizioni puniche continuarono ad essere un<br />

significativo punto di riferimento nell’isola, come è dimostrato dalla<br />

bilingue di Sulci che ricorda la costruzione del tempio della dea Elat<br />

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