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tradizione nuragica.<br />
Il dato documentale che emerge nel contesto di Scala ‘e Cresia di<br />
Morgongiori è particolarmente esplicativo di questo processo di interscambio<br />
culturale fra l’elemento punico e quanto rimaneva dei contenuti<br />
di valore delle tradizioni di cultura nuragica: l’indagine di scavo,<br />
che ha interessato l’area esterna antistante la capanna che introduce alla<br />
grotta cultuale, a cura di E. USAI, ha posto in luce un deposito votivo di<br />
IV-II sec. a.C., con ceramica a vernice nera, diverse statuine di kernophoroi,<br />
molte monete puniche, una bella foglia di lamina in oro e, poi,<br />
nella successione storica, altre monete di età imperiale.<br />
Sulla linea di lettura dei quadri di relazioni storiche molto intense<br />
tra l’Africa e la <strong>Sardegna</strong> in età romana, sul piano commerciale, militare,<br />
di rapporti istituzionali e di quanto altro, come suggerite da<br />
Attilio Mastino, la componente culturale punica africana mostra di<br />
essere così caratterizzata e attiva, da contenere in sé le ragioni della<br />
continuità e della persistenza, sino anche nel pieno della romanità<br />
tardo-repubblicana di III-II sec. a.C., ad esempio nell’ambito della<br />
pianificazione urbanistica di Monte Sirai, ma anche in quello della<br />
produzione cultuale – vedasi le stele sulcitane – sino a lambire il I<br />
sec. a.C. (BONDÌ, 1990).<br />
Soprattutto nell’ambito della architettura templare, permane sullo<br />
sfondo la linea della africanità, di ambientazione neopunica, vitale e<br />
continuativa, anche all’indomani della conquista romana della<br />
<strong>Sardegna</strong>, e leggibile in diversi centri urbani, quale Carales, tempio<br />
di Via Malta, Nora, Sa Punta ‘e su coloru e tempio romano di<br />
G.Pesce, Tharros, tempietto «K».<br />
Un caso distinto, di pressoché certa connessione con l’ambiente<br />
neopunico nordafricano, è dato altresì dall’esemplare di terracotta<br />
leontocefala, del II sec. a. C., in una fase pienamente romana, ritrovata<br />
nell’area del tofet di Tharros, e per la quale è stata proposta l’interpretazione<br />
di Frugiferius, paredro di Saturno secondo la testimonianza<br />
di Arnobio. «V’è dunque una specifica vitalità della cultura<br />
punica di <strong>Sardegna</strong> che si esprime sul piano dei culti e dell’architettura<br />
religiosa e di cui l’indicatore più esplicito resta in ogni caso<br />
costituito dal tofet. Ovunque lo scavo abbia attinto risultanze stratigrafiche<br />
certe (come a Tharros e a Monte Sirai) […], si dimostra la<br />
persistenza, senza soluzione di continuità dell’utilizzazione di tali<br />
aree sacre almeno fino al II sec. a.C.» (BONDÌ, 1990).<br />
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