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Dal primo e medio impero alle fasi tardo romana<br />
e altomedioevale<br />
Nei contesti materiali del nuraghe Losa, come esaminati nella analisi<br />
classificatoria delle tipologie dei repertori vascolari fittili (SERRA,<br />
1994), la linea di connessione africana perdura e si consolida nel<br />
vivo della prima, della media e della tarda età imperiale, dal I al V<br />
sec. d.C.<br />
Il nucleo più consistente e rappresentativo di tali forme fittili è<br />
costituito da «vasellame fine da mensa in sigillata africana A, importato<br />
tra la fine del sec. I d. C. e la metà del sec. III, tra l’età flavia cioè<br />
e la piena età severiana”. Sono pure rappresentate in maniera ragguardevole<br />
“le ceramiche da cucina, pur esse di importazione africana,<br />
sia nei tipi ad orlo annerito sia in quelli a patina cenerognola,<br />
databili a partire dalla prima metà del sec. III d.C. e perduranti ancora<br />
nella prima metà del sec. V d.C.»<br />
Al repertorio limitato di forme ceramiche distinte in sigillata africana<br />
D (coppe a listello: Forma Hayes 91; coppe con orlo a mandorla:<br />
Forma Hayes 99) fanno eco altresì le forme vascolari in ceramica<br />
comune (brocchette e/o bottiglie decorate a pettine; coppe e/o bicchieri,<br />
con orlo ingrossato a cordone plastico decorato da impressioni<br />
digitali), variamente rappresentate «nelle stratigrafie del V-VI sec.<br />
d.C. del centro urbano di Porto Torres e nella necropoli cristiana di<br />
Cornus-Cuglieri, come pure nei depositi antropizzati delle strutture<br />
Fig. 38.<br />
Abbasanta,<br />
Nuraghe Losa:<br />
frammenti vascolari<br />
di età romana<br />
imperiale<br />
(I-II sec. d. C.).<br />
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