R. GAROFOLI-G.FERRARI, Manuale di diritto amministrativo,
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<strong>amministrativo</strong> sui profili risarcitori, per poi scrutinare la natura dei rapporti intercorrenti tra le due azioni <strong>di</strong> annullamento e <strong>di</strong><br />
risarcimento.L’esigenza <strong>di</strong> condurre un’analisi non congiunta delle due problematiche si pone sol che si consideri l’ontologica<br />
<strong>di</strong>versità delle stesse, l’una attinente alla delimitazione dell’ambito <strong>di</strong> cognizione e <strong>di</strong> potestà decisoria da riconoscere al giu<strong>di</strong>ce<br />
or<strong>di</strong>nario e a quello <strong>amministrativo</strong>, l’altra alla concreta conformazione delle due <strong>di</strong>fferenti tecniche rime<strong>di</strong>ali e del loro reciproco<br />
atteggiarsi.<br />
A rendere ancor più complesso l’esame delle questione relativa al riparto <strong>di</strong> giuris<strong>di</strong>zione soccorre la necessità <strong>di</strong> tener conto delle<br />
implicazioni applicative, talvolta <strong>di</strong>rompenti, innescate dalla importante sentenza 6 luglio 2004, n. 204, con cui la Corte<br />
costituzionale ha <strong>di</strong>chiarato l’illegittimità costituzionale degli artt. 33 e 34 del d. lgs. n. 80/1998, al contempo enunciando taluni<br />
principi destinati a con<strong>di</strong>zionare l’interprete impegnato nell’in<strong>di</strong>viduazione del giu<strong>di</strong>ce innanzi al quale portare la pretesa<br />
risarcitoria che si intende formulare contro la P.A.: tra questi, soprattutto, quello secondo cui la giuris<strong>di</strong>zione del G.A. presuppone<br />
inevitabilmente l’inerenza della controversia all’esercizio del potere, sicché devono ritenersi estranei all’ambito <strong>di</strong> cognizione <strong>di</strong><br />
quel giu<strong>di</strong>ce le liti riguardanti i “comportamenti” dell’amministrazione e le relative conseguenze pregiu<strong>di</strong>zievoli.<br />
Evidenziata la complessità della tematica è opportuno procedere all’esame anteponendo all’analisi delle<br />
principali tipologie <strong>di</strong> controversie risarcitorie per le quali si è posto il problema dell’in<strong>di</strong>viduazione del<br />
giu<strong>di</strong>ce la ricostruzione delle regole generali che governano il sistema <strong>di</strong> riparto nel settore in esame. E’ al<br />
riguardo opportuno procedere in modo <strong>di</strong>acronico <strong>di</strong>stinguendo quattro <strong>di</strong>stinte fasi evolutive del quadro<br />
or<strong>di</strong>namentale:<br />
a) la prima è quella che si protrae fino alla sentenza 22 luglio 1999, n. 500 con cui le Sezioni unite <strong>di</strong><br />
Cassazione hanno riconosciuto in astratto la risarcibilità dei danni da lesione dell’interesse legittimo<br />
ricostruendo al contempo il sistema <strong>di</strong> riparto;<br />
b) la seconda è quella che, inaugurata dalla suddetta pronuncia delle Sezioni unite, si protrae fino all’entrata<br />
in vigore della legge n. 205/2000;<br />
c) la terza è compresa tra il 2000 e il 6 luglio 2004, data <strong>di</strong> pubblicazione della sentenza n. 204 della Corte<br />
costituzionale;<br />
d) la quarta è quella che prende avvio con il suddetto pronunciamento del Giu<strong>di</strong>ce delle leggi.<br />
2. Il riparto prima <strong>di</strong> Cass. s.u., n. 500 del 1999.<br />
La questione del riparto fra le giuris<strong>di</strong>zioni in materia <strong>di</strong> risarcimento del danno provocato da atti e<br />
comportamenti della p.a. ha conosciuto un periodo <strong>di</strong> particolare fermento fra il 1998, allorché con<br />
l’emanazione del d.lg. 80/98 si pose per la prima volta in modo pressante l’esigenza <strong>di</strong> fare chiarezza<br />
sistematica nella materia del risarcimento dei danni provocati dalla p.a., ed il 2000, quando, con la<br />
promulgazione della legge n. 205, la questione del riparto in tema <strong>di</strong> risarcimento del danno ha ricevuto<br />
una sistemazione stabile ma non per questo priva a sua volta <strong>di</strong> aree <strong>di</strong> incertezza. Tra l’uno e l’altro<br />
intervento legislativo si era peraltro registrata la presa <strong>di</strong> posizione delle Sezioni unite <strong>di</strong> Cassazione che<br />
con sentenza n. 500 del 1999 avevano riconosciuto la giuris<strong>di</strong>zione del g.o. nelle controversie risarcitorie<br />
vertenti su materie <strong>di</strong> giuris<strong>di</strong>zione generale <strong>di</strong> legittimità e quella del g.a. in quelle riguardanti materie <strong>di</strong><br />
giuris<strong>di</strong>zione esclusiva. Sulle argomentazioni sottese a tale definizione giurisprudenziale della problematica<br />
e sulle <strong>di</strong>fficoltà interpretative innescate dalle <strong>di</strong>sposizioni introdotte dal d.lgs. n. 80/1998 e dalla l. n.<br />
205/2000, si tornerà nel prosieguo.<br />
Giova ora illustrare in via <strong>di</strong> estrema sintesi il <strong>di</strong>battito sviluppatosi, già prima del 1998-99, attorno al tema<br />
della risarcibilità degli interessi legittimi e dell’in<strong>di</strong>viduazione del Giu<strong>di</strong>ce innanzi al quale proporre le<br />
domande <strong>di</strong> ristoro <strong>di</strong> cui si fosse riconosciuta l’ammissibilità.<br />
Come rilevato, già prima del 1999, la stessa giurisprudenza della Corte suprema, pur affermando in<br />
astratto la irrisarcibilità degli interessi legittimi, aveva tuttavia manifestato una tendenza ad ampliare<br />
progressivamente l'area della risarcibilità dei danni derivanti dalla lesione <strong>di</strong> alcune figure <strong>di</strong> interesse<br />
legittimo, <strong>di</strong> fatto « mascherando » da <strong>di</strong>ritto soggettivo situazioni prive <strong>di</strong> tale consistenza (cfr. capitolo<br />
precedente, paragrafo 2).<br />
Tanto per i c.d. <strong>di</strong>ritti suscettibili <strong>di</strong> affievolimento quanto per i <strong>di</strong>ritti fievoli ab origine (entrambi in realtà<br />
riconducibili al para<strong>di</strong>gma dell’interesse oppositivo), la vicenda risarcitoria era ricondotta entro un tipico<br />
schema bifasico (annullamento dell’atto lesivo / riespansione del <strong>di</strong>ritto / risarcimento del <strong>di</strong>ritto<br />
illegittimamente compresso) che vedeva il necessario coinvolgimento tanto del g.a. -nella fase<br />
dell’annullamento- quanto del g.o. nella successiva vicenda risarcitoria.<br />
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Corte cost. n.<br />
204/2004 e il<br />
riferimento ai<br />
“comportamenti”<br />
Le quattro fasi<br />
Il doppio binario<br />
imposto dalla<br />
fictio del <strong>di</strong>ritto<br />
che rinasce