Il Principe - Treccani
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Busto di Niccolò Machiavelli, XVI secolo<br />
terracotta policroma<br />
Firenze, Palazzo Vecchio<br />
(Scala, Firenze)<br />
il suo nome, non bastarono coloro che nel tempo lo<br />
lessero con altro animo, che apprezzarono i suoi<br />
pensieri e li rivendicarono alla scienza della politica.<br />
Non bastò Francis Bacon, non bastò Spinoza, non bastò<br />
Vico, che lo mise fra gli atei e, per questo verso, pronunziò<br />
anche lui la sua condanna, ma per un altro studiò le<br />
sue opere, e se ne servì, nelle Scienze nuove, nell’inter-<br />
GENNARO SASSO<br />
10<br />
pretazione che vi fornì della storia romana. Nelle Considérations<br />
sulle cause della grandezza e della decadenza<br />
dei Romani Montesquieu dette un notevole rilievo a<br />
quel che Machiavelli aveva detto nei primi capitoli del<br />
primo libro dei Discorsi a proposito dei contrasti politici<br />
nella prima repubblica romana. Ma nemmeno questo<br />
fu sufficiente perché, nei meglio disposti a studiarla<br />
per comprenderla, la considerazione della sua opera<br />
andasse oltre il <strong>Principe</strong>, al quale persino Hegel guardò<br />
come se il pensiero di Machiavelli stesse tutto e solo lì.<br />
Ma i personaggi che sono stati ricordati furono pur<br />
sempre gli isolati rappresentanti di una disposizione<br />
interpretativa che non fu in grado di strappare dalle<br />
menti dei più l’uomo della leggenda. Anche per questo,<br />
la domanda formulata sopra è legittima. Tanto più,<br />
direi, lo è in quanto la sparizione dei dati elementari<br />
della sua biografia è un evento che si determinò con<br />
impressionante precocità: come se dell’uomo che era<br />
stato si volesse cancellare ogni memoria. In effetti, a<br />
pochi anni dalla sua morte, avvenuta nel 1527, chi ebbe<br />
occasione di scrivere di lui già mostrava molta incertezza,<br />
non solo nell’assegnare date non errate agli eventi<br />
della sua vita, ma nel dar conto, con precisione, di<br />
questi e del loro specifico significato.<br />
Non è un’esagerazione dire che, iniziata non prima<br />
del XVIII secolo, e a opera non di studiosi italiani, la<br />
rivendicazione alla storia della sua biografia avvenne<br />
per merito di storici (Gaspar Amico, Francesco Nitti,<br />
Pasquale Villari e Oreste Tommasini) che si impegnarono<br />
nel narrare la sua vita e nell’illustrare il suo