Il Principe - Treccani
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continuata dal figlio Ferdinando I (Ferrante), che<br />
ebbe per primo ministro uno dei massimi intellettuali<br />
del Quattrocento: l’umbro Giovanni Pontano.<br />
Molto più articolata e frammentata era a quei tempi<br />
la situazione dell’Italia centrale e settentrionale, dove<br />
alcune città, Milano, Venezia, Firenze, erano impegnate<br />
nel costruirsi un dominio di dimensione almeno regionale.<br />
Ma mentre Milano cerca un’espansione, che coinvolge<br />
buona parte dell’Italia settentrionale e centrale,<br />
la politica di Firenze finisce per essere soprattutto una<br />
politica di contenimento, tendente ad arginare Milano<br />
senza riuscire a contrapporle una pari forza espansiva.<br />
Più volte i Visconti, signori di Milano, scendono<br />
sotto il Po verso l’Emilia, la Romagna, la Toscana, l’Umbria,<br />
impadronendosi di molte città di queste regioni,<br />
nonché di Genova. ogni volta però trovano sulla loro<br />
strada la repubblica di Firenze, che intanto occupa<br />
Arezzo, Pisa e altre città toscane; non passa i confini<br />
della regione, ma vi si consolida. Quando nel 1402 Gian<br />
Galeazzo Visconti, che è ormai signore di Perugia, Assisi,<br />
Siena, sembra sul punto di circondare definitivamente<br />
Firenze e conquistarla, ecco che a favore di Firenze<br />
interviene il destino, facendo morire il milanese<br />
di improvvisa malattia. Lo stesso avverrà nel 1414,<br />
quando Ladislao d’Angiò durazzo, re di Napoli, muore,<br />
anch’egli improvvisamente, mentre sta mettendo in<br />
grave pericolo Firenze. Cosicché Niccolò Machiavelli,<br />
commentando i due fatti, scrive: «E così la morte fu<br />
sempre più amica a’ Fiorentini che niuno altro amico, e<br />
più potente a salvargli che alcuna loro virtù».<br />
GLI EQUILIBRI PoLITICo-dIPLoMATICI<br />
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osservazione, che ci induce a domandarci quanto e<br />
come sarebbe stata diversa la nostra storia, se Gian<br />
Galeazzo avesse conquistato Firenze. domanda tutt’altro<br />
che inutile, qualsiasi cosa affermi in contrario<br />
chi sostiene che la storia non si fa né con i se né con i<br />
ma. Chiedersi che cosa sarebbe avvenuto se …, è invece<br />
strumento molto utile a comprendere come e perché la<br />
storia sia andata in un certo modo. Perché la storia non<br />
ha un senso e una direzione prestabiliti e inevitabili; è<br />
fatta dagli uomini e dalla loro libertà. Niccolò Machiavelli<br />
ci dice infatti che la fortuna controlla la metà del<br />
nostro agire, ma l’altra metà sta nelle nostre mani.<br />
Nei primi decenni del Quattrocento Venezia, fino<br />
al quel momento limitata al primitivo spazio lagunare<br />
e a Treviso, presa nel Trecento, inizia la sistematica<br />
occupazione delle regioni di terraferma, a ovest, a<br />
nord e a nord-est della sua laguna, così da controllare<br />
le principali vie di comunicazione con l’Europa, sulle<br />
quali passano le merci, fonte della sua ricchezza. occupa<br />
Vicenza (1404), Verona (1405), Padova (1406);<br />
prende Udine e il Friuli (1420), dove cessa di esistere<br />
il Patriarcato di Aquileia; si spinge in Lombardia, ottenendo<br />
Brescia (1426) e Bergamo (1427); cerca di<br />
controllare la Romagna. Non è una politica abbracciata<br />
senza contrasti interni nel ceto di governo; chi<br />
vuole l’espansione in terraferma deve vincere le ostinate<br />
resistenze di chi vuole invece una Venezia ancora<br />
proiettata esclusivamente sui mari, ma prevalgono le<br />
tesi di Francesco Foscari, che salirà al dogato nel 1423<br />
e porterà Venezia allo scontro con la Milano di Filippo