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Il Principe - Treccani

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mercanti italiani operano in buona parte del Mediterraneo<br />

e dell’Europa. Le città godono di un notevole<br />

sviluppo demografico, urbanistico e monumentale;<br />

nessun altro paese in Europa ha tante grandi città<br />

come l’Italia. Creazione italiana è la nuova cultura<br />

umanistica, che a partire da Francesco Petrarca si è<br />

sviluppata potentemente, segnando un mondo nuovo,<br />

che sta già espandendosi oltre le Alpi. Se molte scuole,<br />

soprattutto alle origini dell’Umanesimo, sono opera<br />

di maestri privati, che hanno tra i loro allievi il meglio<br />

delle classi dirigenti, ben presto alcune città provvedono<br />

a istituire scuole pubbliche. Politica e cultura<br />

sono strettamente intrecciate. Scegliere come testo di<br />

studio della lingua greca la Ciropedia di Senofonte,<br />

invece della Politica di Aristotele, non è una scelta<br />

soltanto culturale, ma anche e soprattutto politica: significa<br />

dare la preferenza a un regime principesco invece<br />

che a un regime repubblicano. E viceversa.<br />

Eppure questa Italia, che appare così fiorente per<br />

la cultura e l’economia, è ricca di problemi, che si<br />

mostreranno in tutta la loro perversa efficacia tra la<br />

fine del Quattrocento e i primi decenni del Cinquecento,<br />

quando essa cederà di fronte alle invasioni francese<br />

e spagnola.<br />

Milano, Firenze e Napoli sono assillate da gravi<br />

problemi istituzionali e di legittimità dei governanti.<br />

A Milano è tutto un fare e disfare. Alla morte del signore<br />

spesso lo Stato viene diviso tra gli eredi, con<br />

conseguenti lotte fratricide, fino a quando si ristabilisce<br />

il governo di un solo. Verso la metà del Quattrocento<br />

GLI EQUILIBRI PoLITICo-dIPLoMATICI<br />

23<br />

l’esaurirsi della famiglia Visconti dà spazio al breve<br />

esperimento della Repubblica Ambrosiana, rapidamente<br />

soppiantata dagli Sforza, famiglia di condottieri,<br />

con Francesco, che sposa Bianca Maria Visconti e su<br />

questa base rivendica il suo diritto alla successione.<br />

Alla fine del secolo, però, le lacerazioni esplodono anche<br />

dentro gli Sforza, quando Ludovico il Moro cerca, riuscendoci,<br />

di impadronirsi di Milano.<br />

A Firenze balza in primo piano la famiglia Medici,<br />

contro la quale si batte la vecchia oligarchia, che nel<br />

1433 riesce a colpire Cosimo il Vecchio de’ Medici,<br />

mandandolo in esilio; ma nel 1434 Cosimo rientra in<br />

Firenze e stabilisce una signoria di fatto, benché non<br />

di diritto. Formalmente Cosimo resta un cittadino<br />

come gli altri, che partecipa alle cariche pubbliche<br />

ma niente di più; in realtà governa Firenze tanto che,<br />

come è stato detto, le decisioni sono prese nel suo<br />

studio e non a Palazzo Vecchio. Alla sua morte, nel<br />

1464, segue il breve periodo di Piero il Gottoso, quindi<br />

dal 1469 al 1492 abbiamo Lorenzo il Magnifico.<br />

Intricata è anche la situazione di Napoli. Alla<br />

morte di Alfonso il Magnanimo (1458), per sua volontà<br />

il Regno di Napoli si stacca dagli altri domini<br />

catalano-aragonesi e diventa autonomo. <strong>Il</strong> trono passa<br />

a Ferdinando I d’Aragona, che però è figlio illegittimo<br />

di Alfonso, fatto che viene sfruttato da chi ambisce al<br />

trono e da molti tra i nobili del Regno, che cercano<br />

sempre di irrobustire la loro autonomia. E spesso si<br />

tratta di uomini molto potenti, come Giovanni orsini,<br />

principe di Taranto, signore di un territorio vasto,

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