Il Principe - Treccani
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volgarmente, negata, ma, in quanto pretenda all’assolutezza,<br />
è assegnata a un universo che non ha a che<br />
fare con la politica quale è nella realtà effettuale delle<br />
cose. In questo universo, segnato dall’incertezza, dominato<br />
dalla fortuna e dal suo tremendo potere, la politica<br />
impone al principe il dovere della salvezza e della<br />
sopravvivenza. Nell’universo machiavelliano, la politica<br />
conosce una relazione inscindibile, non con l’etica,<br />
ma con la fortuna. Che questo significhi che ogni volta<br />
che sia necessario, l’etica debba uscire di scena e<br />
lasciare il posto alla politica, è innegabile. Ma il punto<br />
è che mai Machiavelli cercò di assegnare alla politica,<br />
che discacciava l’etica dal suo nido, un significato superiore<br />
al suo, un significato provvidenziale. <strong>Il</strong> bene era<br />
il bene. Ma anche il male era e restava il male.<br />
Non si può metter fine a questa Presentazione senza<br />
dire almeno una parola a proposito del contesto teorico<br />
in cui il <strong>Principe</strong> prese la sua forma specifica. Questo<br />
universo è costituito, innanzi tutto, dai già ricordati<br />
Discorsi. Che sono un’opera fondamentalmente, anche<br />
se in modo non esclusivo, dedicata alle repubbliche;<br />
un’opera che rivela che repubblicano è l’animo di<br />
GENNARO SASSO<br />
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colui che li compose. Questo, per altro, non significa<br />
che fra le due opere vi sia contraddizione. <strong>Il</strong> principe<br />
è richiesto da, e agisce in, situazioni nelle quali l’assetto<br />
repubblicano, o non è mai esistito, o ha conosciuto<br />
una crisi e una consumazione dei suoi «ordini»<br />
così profonda da richiedere l’intervento di una mano<br />
«regia»; salvo che la forma principesca alla quale<br />
Machiavelli accorda la sua preferenza è quella del<br />
principato civile, in cui, per dirla in breve, la sostanza<br />
è popolare, la finalità è antiottimatizia, e, nella parte<br />
più profonda del nuovo assetto, vibra ancora, non<br />
spenta, la passione repubblicana.<br />
A coloro che visiteranno questa mostra dedicata al<br />
<strong>Principe</strong>, con le poche considerazioni che precedono<br />
ho inteso suggerire che, certo, il suo autore non è uno<br />
che contribuisca alla tranquillità dell’anima, al sereno<br />
distacco dalle cose del mondo, e autorizzi a coltivare<br />
l’illusione che questo sia diverso da come è. È tuttavia<br />
un testimone di verità scomode e, comunque le si<br />
giudichi, alla fine ineludibili; ed è anche un grande<br />
scrittore che, come pochi altri, invita a riflettere sul<br />
senso della nostra storia.