Il Principe - Treccani
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pacta non sunt servanda: il che potrà sembrare, ed è,<br />
duro da accettare, e nondimeno discende dalla<br />
premessa se questa è che il principe deve avere «uno<br />
animo disposto a volgersi secondo ch’e venti della<br />
fortuna e le variazioni delle cose li comandano e [...]<br />
non partirsi dal bene, potendo, ma sapere intrare nel<br />
male, necessitato». Quelle parole infine spiegano<br />
perché, a partire di qui, il trattato politico riveli il suo<br />
reale sottosuolo; che, nel suo emergere e rendersi visi-<br />
PRESENTAZIONE<br />
Affresco con effigie di Niccolò Machiavelli, fine XIX secolo<br />
Siena, Palazzo Pubblico<br />
(Scala, Firenze)<br />
15<br />
bile, fa comprendere che quello scritto da lui era in<br />
realtà un dramma che aveva della tragedia, perché<br />
nell’orizzonte della politica niente si dà che agli uomini<br />
consenta di venirne fuori e trovare serenità e pace in<br />
un superiore universo. Come attore di un dramma<br />
che è piuttosto una tragedia, il principe è per intero<br />
integrato in questo mondo in cui il bene e il male si<br />
distinguono solo in relazione al diverso scopo che si<br />
tratta di conseguire; e in cui l’etica non è, come si dice