Il Principe - Treccani
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Duca era piuttosto fragile, come fu rivelato dalla ribellione<br />
dei suoi luogotenenti (Vitellozzo Vitelli, Oliverotto<br />
da Fermo, Paolo Orsini) nel settembre. In coincidenza<br />
con questa crisi, dal 5 ottobre 1502 al 21<br />
gennaio 1503 Machiavelli svolse una seconda legazione<br />
al Valentino, per offrirgli il sostegno di Firenze; e poté<br />
assistere al capolavoro di astuzia e crudeltà grazie al<br />
quale il Borgia liquidò i suoi nemici, e anche i meno<br />
fidati tra gli amici (come Ramiro de Lorqua). Machiavelli<br />
fu presente anche alla conclusione della parabola<br />
politica borgiana. Dal 26 otto bre al 18 dicembre del<br />
1503 seguì il conclave da cui uscì eletto Giulio II<br />
(Giuliano della Rovere), e vide e commentò lucidamente<br />
gli errori del Duca in quella, pur difficilissima,<br />
congiuntura. L’esperienza di queste tre legazioni si<br />
trova tutta rielaborata nel cap. VII del <strong>Principe</strong>.<br />
Intanto, subito dopo la gravissima crisi seguita alla<br />
ribellione di Arezzo, recuperata il 27 agosto 1502 grazie<br />
alle armi francesi, era stato eletto Gonfaloniere perpetuo<br />
della repubblica fiorentina Piero Soderini (20 settembre):<br />
Machiavelli si legò a lui di sincera fedeltà. Nella discus -<br />
sione e nei conflit ti, ben presto aspri, fra il Gonfaloniere<br />
e gli ottimati, Machiavelli intervenne indirettamente,<br />
attraverso la redazi one di promemoria e documenti<br />
consultivi, e in prima persona col poemet to in terzine<br />
dantesche Compendium rerum decemnio in Italia gestarum<br />
(dato alle stampe solo nel febbraio 1506, col titolo Decennale).<br />
Fra le prose consultive, hanno speciale importanza<br />
le Parole da dirle sopra la provisio ne del danaio, datate<br />
«marzo 1503» e composte probabilmente per lo stesso<br />
UN PROFILO BIOGRAFICO<br />
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Piero Soderini, in vista della consulta del 28 marzo (vi è<br />
fissato il principio che «sanza forze, le città non si mantengono,<br />
ma vengono al fine loro»); e il discorso Del modo<br />
di trattare i popoli della Valdichiana ribel lati (incompleto),<br />
databile al luglio 1503, impostato sul parallelismo tra il<br />
savio comportamento dei Romani contro i Latini ribelli<br />
e l’atteggiamento incerto dei Fiorentini nei confronti di<br />
Arezzo: l’esempio romano insegna che «i popoli ribellati<br />
si debbono o beneficare o spegnere, e che ogni altra via<br />
sia pericolosissima». Quanto al Decennale, gli ultimi versi<br />
(«...ma sarebbe il cammin facile e corto / se voi il tempio<br />
riaprissi a Marte») ne svelano il senso politico. Machiavelli<br />
si era infatti dedicato, con speciale passione, al<br />
progetto di una milizia «pro pria» della repubblica, ossia<br />
formata da cittadini e sudditi, non da mercenari né da<br />
alleati stranie ri. Al progetto erano fortemente avversi<br />
coloro che paventavano un eccessivo rafforzamento del<br />
Gonfaloniere; sì che soltanto dopo l’ennesimo fallimento<br />
dei mercenari sotto Pisa (13 settembre) si poté dare inizio<br />
al recluta mento e all’adde stramento dei primi contin -<br />
genti, che Machiavelli curò personalmente (dicembre<br />
1505-marzo 1506).<br />
Dal 25 agosto al 26 ottobre 1506, Machiavelli<br />
svolse un’altra legazione di grande rilievo, ancora<br />
presso la corte papale, cioè al seguito di Giulio II in<br />
marcia attraverso l’Umbria e la Romagna per ridurre<br />
all’obbedienza Perugia (dove entrò il 13 settembre)<br />
e Bologna (11 novembre). Da un evento cruciale in<br />
quella spedizione – l’imprevista resa del «tiranno»<br />
perugino Giampaolo Baglioni al male armato Giulio –