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giorni festivi, nel fine settimana, di sera, quasi tutti i servizi sospendono la loro attività di assistenza: in questo<br />

“vuoto”, che coincide con il “tempo libero”, si concentra il maggior sforzo organizzativo <strong>del</strong>l’associazione. Esso<br />

richiede infatti numerosi volontari disponibili ad animare gli incontri serali infrasettimanali e ad accompagnare le<br />

persone nei consueti viaggi festivi e durante i soggiorni estivi e invernali. Le uscite domenicali sono tanto importanti,<br />

tanto attese e frequentate che l’associazione, nel tempo, ha dovuto gestire un numero sempre crescente di<br />

adesioni. Si è giunti anche all’impegnativa decisione economica di acquistare due pulmini per dare la possibilità<br />

di partecipare anche a coloro che non possiedono o non possono guidare un’automobile.<br />

Cresce il numero dei partecipanti<br />

Oggi aderiscono regolarmente a queste iniziative circa 30-40 persone, a seconda dei giorni e <strong>del</strong> gradimento <strong>del</strong>le<br />

attività proposte. <strong>Il</strong> numero dei soci, dei volontari e <strong>del</strong>le persone che occasionalmente si impegnano per l’associazione<br />

è di circa 160 unità, mentre il gruppo allargato di amici, parenti, collaboratori e simpatizzanti si aggira<br />

attorno alle 700 persone che di solito si ritrovano nella festa annuale <strong>del</strong>la seconda domenica di settembre.<br />

La reciprocità solidale<br />

La condivisione dei momenti di festa, e <strong>del</strong>la fatica di progettarli e gestirli, cementa le relazioni e svela capacità<br />

inespresse prima latenti. Spesso chi è uscito da <strong>una</strong> situazione di difficoltà personale opera come volontario e non<br />

è infrequente che disabilità diverse si integrino nella valorizzazione <strong>del</strong>le potenzialità residue: chi vede e chi<br />

cammina accompagna chi non vede e non può muoversi liberamente. Questa dimensione di reciprocità solidale,<br />

che rende difficile distinguere fra assistenti e assistiti, tra soci abili e “disabili”, tra sani e “malati”,<br />

rappresenta uno dei principi guida de “<strong>Il</strong> <strong>Portico</strong>”.<br />

Tecnicamente, le serate <strong>del</strong> mercoledì, l’attività sportiva che, da qualche anno, si svolge regolarmente ogni sabato<br />

nella palestra di Cazzago (Ve), e tutte le iniziative domenicali, sono seguite dalla Commissione attività associative<br />

con <strong>una</strong> gestione ordinata dal “Regolamento per la gestione dei gruppi domenicali”. I volontari operano divisi in<br />

gruppi: cinque si occupano <strong>del</strong>le uscite, mentre il sesto gruppo prepara le attività presso la sede (giochi, film,<br />

ecc.).<br />

Norme di stile<br />

È interessante notare come l’associazione, tra il 1996 e il 2004, si sia sforzata di ordinare le varie attività<br />

elaborando dei regolamenti che, lungi dall’irrigidirne la gestione, hanno consentito di renderle più efficienti e,<br />

nel contempo, hanno impegnato i volontari a passare dallo spontaneismo ad un impegno che richiede maggior<br />

assunzione di responsabilità. L’osservanza dei Regolamenti, infatti, fornisce criteri di riferimento comuni e consente<br />

di adottare uno stile condiviso.<br />

Le persone che frequentano “<strong>Il</strong> <strong>Portico</strong>” hanno fragilità di diversa natura, con prevalenza <strong>del</strong> disagio mentale,<br />

spesso determinate o acuite da un lungo vissuto di emarginazione. <strong>Il</strong> momento <strong>del</strong>l’accoglienza, pertanto, deve<br />

essere curato con particolare attenzione e <strong>del</strong>icatezza. Chiunque arriva deve sentirsi a proprio agio fin dal primo<br />

approccio col gruppo. Tutti sono impegnati a mantenere il luogo di incontro come un “porto franco”, un approdo<br />

libero che sciolga il disagio dall’inizio <strong>del</strong> rapporto umano.

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