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LO SVEZZAMENTO<br />

LE ATTIVITÀ SUBITO DOPO IL 1985, ANNO DELLA FONDAZIONE<br />

I problemi <strong>del</strong> gruppo nascente si concentrarono sui bisogni dei primi amici: cercare un lavoro per Gianni e<br />

Mario, garantire <strong>una</strong> continuità alle iniziative domenicali con servizio a rotazione, chiedere l’aumento <strong>del</strong>le ore di<br />

assistenza domiciliare per Ennio, intensificare la presenza serale nella sua casa in modo da non <strong>del</strong>egare tutta<br />

l’assistenza alla coppia che con lui conviveva. Altri amici offrivano le proprie, preziose, competenze specialistiche<br />

in modo gratuito, come Leonardo Gallenda, nominato procuratore da Ennio per curare la divisione <strong>del</strong>la proprietà<br />

assieme all’avvocato Antonino Romeo e all’ingegnere Francesco Toffano.<br />

Come si può comprendere dalle vicende fin qui tracciate, la vita <strong>del</strong> gruppo di amici che diede origine all’associazione<br />

non mutò dopo che essa fu costituita ufficialmente davanti al notaio. L’iscrizione al Registro Regionale fu<br />

l’atto ufficiale che servì ad accedere ai fondi regionali per il volontariato e la nostra associazione può vantarsi di<br />

essere stata la prima iscritta in quell’albo nella sezione “servizi sociali, materia assistenza sociale” con il codice 01!<br />

I finanziamenti, in verità assai modesti (inizialmente di poco superiori ai 500 euro attuali), venivano elargiti ad<br />

anni alterni su presentazione di un’adeguata relazione sulle attività svolte.<br />

La prima relazione fu scritta dal dott. Pandolfo, sociologo <strong>del</strong>l’ospedale di Dolo, e venne usata per vari anni con<br />

le piccole modifiche necessarie per aggiornarla. Trattava dei ragazzi con malattia mentale e <strong>del</strong>la necessità che<br />

qualcuno si occupasse di questi giovanissimi (15-20 anni) in forma sistematica, al di fuori <strong>del</strong>la struttura sanitaria,<br />

per prevenire i disagi che, da adulti, la solitudine avrebbe aggiunto e peggiorato. I soldi permisero di contribuire<br />

a pagare uscite e soggiorni a chi era indigente, nulla più. Per veder decollare l’associazione nell’articolata forma<br />

attuale, si dovette attendere la scelta decisiva di Pio di lasciare il proprio lavoro e la casa paterna per dedicarsi a<br />

tempo pieno alla costruzione di un’organizzazione efficiente, ma questo avverrà soltanto dopo il 1996. Nel frattempo<br />

l’associazione stabilizzò i suoi servizi sotto la guida di Marino Stocco, sostenuto dall’infaticabile Alessandra,<br />

svolgendo a pieno ritmo le sue due principali azioni: l’animazione <strong>del</strong>le giornate di festa e l’accoglienza di persone<br />

presso la casa di Ennio. L’animazione <strong>del</strong> tempo libero comprendeva le uscite domenicali e i soggiorni a fine<br />

giugno e nel periodo pasquale. Si doveva organizzare anche la villeggiatura per Ennio in collaborazione con<br />

Giuliano (operatore e presidente <strong>del</strong>la cooperativa <strong>del</strong>la CRAS di Dolo) e dei suoi validi successori e assistenti di<br />

Ennio e assieme ai fe<strong>del</strong>issimi volontari di allora come Daniele Frison, Tromba, Alex Balan China e Biga.<br />

I rapporti con le famiglie dei giovani disabili erano continui ed intensi, anche se il flusso contrario, cioè la partecipazione<br />

dei genitori alle attività associative, inizierà molto più tardi e tra varie difficoltà. Gli incontri <strong>del</strong> mercoledì<br />

si tenevano su argomenti di scottante attualità e attiravano ogni volta 30-35 persone. L’arrivo di nuovi volontari, tra<br />

i quali Giancarlo e Lorenzo, contribuì a rinnovare lo spirito originario e ad allargarlo a Noale e Fiesso. Da Noale<br />

arrivarono poco dopo anche Claudio e Pio. Tanti giovani affollavano la stretta cucina trasformandola nella “fucina”<br />

di tutte quelle iniziative che oggi hanno trovato uno sviluppo sistematico nelle “commissioni di lavoro”.<br />

PRIMI OSPITI<br />

Nel 1985 nacque anche Giorgio, il primogenito di Sandro e Daniela, e la casa risuonò di nuove voci, compresa<br />

quella degli amici che vennero ospitati nella stanzetta attigua a quella di Ennio. Ne ricordiamo tre in particolare:

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