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scarica una copia del libro - Il Portico

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mai circoscrivibili con precisione nel tempo, come avviene per qualunque altro lavoro produttivo di beni materiali.<br />

Anche la costruzione <strong>del</strong>le reti di collaborazione, e l’obiettivo di decentrare alcune iniziative presso altre associazioni,<br />

richiede il tempo di costruire nel territorio e nelle persone <strong>una</strong> mentalità nuova, di apertura dei propri<br />

rassicuranti confini.<br />

In <strong>una</strong> certa misura, questa nuova filosofia <strong>del</strong>l’azione sociale non è un dato acquisito <strong>una</strong> volta per tutte nemmeno<br />

all’interno <strong>del</strong>l’associazione. Ogni persona che si aggiunge “sotto il portico” deve essere aiutata a capire,<br />

maturare e condividere lo stile proposto, e anche questo è un processo che chiede tempo e, talvolta, anche la<br />

disponibilità a cambiare le proprie idee. <strong>Il</strong> rischio di lavorare con tanta buona volontà, ma senza capire la cornice<br />

entro cui si inserisce la propria azione, è uno spettro sempre presente che incide sulla qualità <strong>del</strong>l’intervento e<br />

può portare alla demotivazione. L’associazione ne pare consapevole ed infatti, in un opuscolo divulgativo in cui<br />

presenta se stessa, così descrive il volontario che cerca e la sensibilità che promuove:<br />

“I volontari che aderiscono a “<strong>Il</strong> <strong>Portico</strong>” sono quasi tutti inseriti in altri gruppi non solo di “amicizia” ma anche di<br />

impegno (alcuni svolgono attività in aggregazioni politiche, associazioni culturali, gruppi parrocchiali e movimenti<br />

vari).<br />

Ciascuno trova necessario ritagliare <strong>del</strong> tempo per dare vita a questa associazione che desidera mantenere l’aspetto<br />

di un gruppo di amici, solidali fra loro e al tempo stesso attenti a tutti quegli “altri” - e sono molti - che per vari<br />

motivi vengono considerati “diversi” e, spesso, abbandonati a se stessi o semplicemente dimenticati da chi rincorre<br />

unicamente il proprio benessere.<br />

D’altra parte queste considerazioni debbono superare il “buon proposito” generico e, incarnandosi nella realtà <strong>del</strong><br />

territorio <strong>del</strong>la Riviera <strong>del</strong> Brenta, si concretizzano nella sensibilizzazione <strong>del</strong>le decine di migliaia di cittadini che qui<br />

vivono spesso indifferenti o ignari di quei drammi che si consumano dietro la porta dei vicini di casa.<br />

Questi “limiti” territoriali costituiscono in realtà l’”apertura” e la dimensione <strong>del</strong> nostro impegno ed anche lo<br />

scopo stesso <strong>del</strong>la nascita <strong>del</strong> gruppo de “<strong>Il</strong> <strong>Portico</strong>” il cui obiettivo principale, va ribadito, è quello di sensibilizzare<br />

mediante la testimonianza <strong>del</strong>la condivisione. Essa appare infatti come l’unica esperienza che riesca a formare un<br />

carattere rispettoso, forte e paziente in grado di sostenere nel tempo anche la lotta, quasi sempre dura e poco<br />

gratificante, contro la lentezza o l’ingiustizia <strong>del</strong>le istituzioni, <strong>del</strong>le leggi, <strong>del</strong>le strutture”.

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