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sconsideratamente la riapertura dei manicomi. Sandro aveva visto con i suoi occhi la<br />

montagna di reti ammassate <strong>del</strong> manicomio di Reggio, fatte di quel filo fine intrecciato<br />

stretto, tutte stranamente forate al centro con aperture di mezzo metro di diametro, <strong>del</strong>imitate<br />

nettamente nei bordi e perciò inspiegabili per questa perfezione <strong>del</strong> taglio senza<br />

sfilacci metallici. Quella reti, che un fabbro segava con il cannello, non erano state rovinate<br />

dai salti di bambini scatenati. I buchi enormi erano il risultato di <strong>una</strong> lenta corrosione<br />

da urina decomposta, sulla quale per anni avevano dormito i malati mentali (non<br />

fisici!). Documenti atroci come questi, che tornano periodicamente nella memoria di chi<br />

li ha visti, hanno spinto allora diversi giovani ad occuparsi dei propri coetanei “pazzi” che<br />

nessuno voleva per amici. Fu così che nacque la comunità di Prunella per opera di don<br />

Italo Calabrò e dei giovani che lo seguirono, Nuccio Vadalà e Umberto Anoldo, per citare<br />

solo due nomi tra quelli che sono conosciuti anche dai “vecchi” <strong>del</strong>la nostra associazione.<br />

La stessa cosa accadde a Sarmeola di Rubano con la nascita <strong>del</strong>la cooperativa “<strong>Il</strong><br />

Girasole”. Da quelle esperienze di convivenza audace si è diffusa <strong>una</strong> mentalità radicalmente<br />

nuova, <strong>una</strong> sensibilità raffinata verso tutte le forme di diversità e disagio. Finalmente<br />

oggi possiamo dire di riconoscere queste persone non tanto come portatrici di handicap<br />

o di problemi, ma di sogni da realizzare. Ed “<strong>Il</strong> <strong>Portico</strong>” è nato su questa rivoluzionaria<br />

consapevolezza.<br />

• Per la diversabilità<br />

Un’attività importante che viene svolta da quando l’associazione è nata, è la divulgazione<br />

di libri e riviste per la crescita culturale personale. Ad ogni festa viene allestito un<br />

banchetto ed è buona abitudine regalare libri e abbonamenti a riviste. Alcuni autori<br />

vengono invitati a presentare i propri libri. In questo modo si sono promossi testi divulgativi<br />

come “Guida al volontariato” di Stas Gawronski (di cui l’associazione ha distribuito<br />

più di 500 copie) o “Diversabilità” di Andrea Canevaro e Dario Janes. Anche libri scritti<br />

dagli stessi disabili, come “Bianco su nero” di Ruben Gallego, sono da proporre a tutti<br />

come letture privilegiate. Nel nostro banchetto si regalano copie o si propongono abbonamenti<br />

a “Vita, nonprofit magazine”, “La rivista <strong>del</strong> Volontariato”, “Rocca”, “Nigrizia”,<br />

“La nuova ecologia”, “Le monde diplomatique” e tante altre. Ogni volontario dovrebbe<br />

leggere settimanalmente alcune pagine di queste pubblicazioni interessanti. Quando si<br />

dice che <strong>una</strong> volta non c’era niente e che adesso c’è troppo, è <strong>una</strong> riflessione che si<br />

adatta anche al mondo editoriale in generale e sulla diversabilità in particolare, mondo<br />

tanto ricco e articolato, quanto sconosciuto ai più.<br />

• Per l’arte e la musica<br />

Si propongono spettacoli che, per le tematiche affrontate, sostengono a tutti i livelli la<br />

cultura <strong>del</strong>l’inclusione sociale. L’esperienza più bella è stata forse quella <strong>del</strong>la performance<br />

teatrale, promossa a più riprese in anni diversi sia come produzione interna, con i<br />

nostri “ragazzi”, sia esterna, ad esempio con la presentazione a Dolo <strong>del</strong>lo spettacolo di<br />

Gianantonio Stella “L’orda, quando gli albanesi eravamo noi”. L’arte è un modo sublime<br />

di realizzare <strong>una</strong> comunità istantanea di emozioni, pensieri e sentimenti. È la pace, la<br />

gioia, il riequilibrio e il pieno di energia <strong>del</strong>l’animo nostro e va riproposta come un dono<br />

meraviglioso da replicare all’infinito. Diversi artisti, grandi e modesti fanno volontariato<br />

in questo modo, regalando il proprio talento e “<strong>Il</strong> <strong>Portico</strong>” è orgoglioso di annoverare tra<br />

i suoi iscritti pittori, scultori e musicisti di vario genere: chitarristi, arpisti, flautisti, clavicembalisti<br />

e…<strong>una</strong> folla di rocchettari rumorosi!<br />

Un mo<strong>del</strong>lo armonico anche a livello culturale<br />

Non tutti coloro che frequentavano l’associazione erano assidui lettori di libri o riviste,<br />

nè erano cristiani o cattolici “ortodossi”. Questa diversità è stata sempre un motivo di<br />

contrasto a volte duro, ma va considerata <strong>una</strong> ricchezza, perché il confronto è avvenuto<br />

con franchezza e le persone coinvolte hanno agito con onestà, senza intenti di proselitismo<br />

o di colonizzazione culturale, nella convinzione che la verità si ricerca assieme e che tutti

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