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violenza è facilmente contenuta da qualche minaccia ben formulata e fiscalmente applicata.<br />

Se qualcuno assistesse ai discorsi che intercorrono nei momenti di tensione, probabilmente<br />

ci richiamerebbe per trasgressione dei diritti umani, ma un po’ di autoironia<br />

non guasta per raggiungere praticamente il buon fine di non addormentare la persona,<br />

con dosi massicce di psicofarmaci, secondo protocolli inoppugnabili.<br />

Riferimenti culturali<br />

L’associazione è nata proprio negli anni in cui esplodeva in Italia il fenomeno che venne<br />

definito “volontariato”, con un termine che allora non piacque a molti, ma che si impose<br />

subito come identificativo di un’azione di solidarietà gratuita e prevalentemente associata<br />

per il bene di tutti. Proliferarono ben presto gli studi e le teorizzazioni. Essi permisero<br />

di chiarire i confini, gli scopi, gli errori e il senso di un impegno ben diverso dall’atteggiamento<br />

filantropico laico o dalla visione pietistica religiosa le quali non intaccando le<br />

cause dei problemi affrontati, erano funzionali al mantenimento <strong>del</strong>lo status-quo e ad<br />

<strong>una</strong> soddisfazione personale prevalentemente emotiva.<br />

Durante le discussioni che animavano le nostre serate nella cucina di Ennio, emergevano<br />

frequentemente i nomi dei libri o dei personaggi che costituivano le letture formative<br />

personali da cui si ricavavano idee e motivazioni profonde per riflessioni, azioni e progetti.<br />

Questi nomi di autori poco noti oltre la cerchia dei “cultori” sono ancor oggi i<br />

riferimenti culturali da preferire per coloro che non vogliono limitarsi a spingere la<br />

carrozzella, ma anche a crescere nella responsabilità sociale e nell’arricchimento interiore.<br />

Quando si parla di “spirito” <strong>del</strong>l’associazione, si dovrebbero leggere alcune pagine di<br />

questi campioni di solidarietà a tutto campo, per non limitare i discorso ad un buonismo<br />

superficiale da “new age” che lascia il tempo che trova.<br />

• Per la giustizia, la pace e la nonviolenza<br />

Per i temi <strong>del</strong>la pace e <strong>del</strong>l’obiezione di coscienza ci si riferiva agli scritti di Martin Luther<br />

King, Gandhi, Lanza <strong>del</strong> Vasto, Aldo Capitini, Leone Tolstoj e ai discorsi <strong>del</strong>la giornata<br />

<strong>del</strong>la pace inventata da Paolo VI.<br />

Per riflettere sulla religione, la chiesa e l’impegno cristiano, comunque molto legati al<br />

tema <strong>del</strong>la pace, si leggevano le pagine di Primo Mazzolari, Lorenzo Milani, Ernesto<br />

Balducci, David Maria Turoldo e, <strong>del</strong> concilio vaticano II, iniziato da Giovanni XXXIII, si<br />

preferivano le pagine <strong>del</strong>la “Gaudium et spes”, dove veniva descritta <strong>una</strong> chiesa in cui<br />

“le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi sono anche le gioie e<br />

le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo e non vi è nulla di genuinamente<br />

umano che non trovi eco nel loro cuore”.<br />

Per l’accettazione <strong>del</strong>la diversità più ripugnante, come la lebbra, Raul Follereau ha scritto<br />

le pagine più sconvolgenti ed ha compiuto imprese incredibili di mobilitazione <strong>del</strong>l’opinione<br />

pubblica. Allo stesso modo sulle povertà estreme ha lasciato per noi testimonianze<br />

memorabili l’Abbé Pierre, ancora vivente e animatore dei gruppi Emmaus.<br />

È inebriante sapere che stiamo vivendo nello stesso “secolo” di questi grandi testimoni di<br />

giustizia.<br />

• Per il volontariato<br />

Per i temi tipici <strong>del</strong> volontariato i riferimenti erano (e sono tutt’ora) persone e comunità<br />

vive.<br />

Le persone. Alcune figure esemplari, come Lyde Cuneo, abitavano vicino a noi, mentre<br />

altre le siamo andate a cercare e costituiscono ancora dei punti di riferimento essenziali<br />

per quello che hanno fatto e scritto. Rosanna Benzi nel <strong>libro</strong> “<strong>Il</strong> vizio di vivere” ci ha<br />

aperto gli occhi sulle possibilità incredibili di <strong>una</strong> persona completamente bloccata nel<br />

polmone d’acciaio che ottenne con le sue campagne civili più risultati dei movimenti di<br />

categoria, con migliaia di iscritti passivi, attenti solo a gestire per sé stessi i pochi<br />

finanziamenti statali.<br />

Oggi ci sono nuovi riferimenti e quello per noi più significativo è Claudio Imprudente,

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