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58<br />
LE STORIE<br />
SINTESI DEGLI INTERVENTI SVOLTI<br />
ALL’INTERNO DEL<br />
Progetto “Bruzzico”<br />
Al termine di quest’anno possiamo compiere alcune<br />
considerazioni sull’efficacia <strong>del</strong> progetto<br />
“Bruzzico” per l’integrazione di persone ex carcerate<br />
o in affidamento. L’integrazione culturale è <strong>una</strong><br />
finalità che si può difficilmente raggiungere nell’arco<br />
di <strong>una</strong> vita. Nondimeno è importante iniziare il<br />
processo e operare affinchè questo avvio avvenga<br />
nel migliore modo possibile.<br />
È quanto si è cercato di fare con gli ospiti <strong>del</strong>la nostra<br />
Associazione.<br />
Essi hanno incontrato un gruppo di volontari che ha<br />
loro offerto <strong>una</strong> rete di relazioni umane e sociali utili<br />
alla ricerca di un lavoro e all’inserimento non conflittuale<br />
nel tessuto sociale.<br />
Al di là di queste riflessioni generali serve analizzare<br />
i singoli casi per cogliere nei differenti percorsi l’utilità<br />
<strong>del</strong> nostro intervento.<br />
Gli ex carcerati che hanno usufruito <strong>del</strong>la nostra ospitalità<br />
presso la “casa di Ennio” sono descritti in modo anonimo nelle seguenti storie:<br />
1) G. ha trascorso presso la nostra Associazione gli ultimi mesi <strong>del</strong> periodo necessario per la sua sistemazione<br />
definitiva nella casa dei suoceri con la moglie e la figlia neonata. Ora egli ha un lavoro ed <strong>una</strong> positiva situazione<br />
affettiva e relazionale. È ancora legato all’Associazione dalle amicizie che ha tessuto e non ha più commesso reati.<br />
2) M. ha concluso la permanenza presso di noi passando ad <strong>una</strong> diversa sistemazione presso un’altra comunità<br />
che gli è stata offerta dal Comune di Venezia.<br />
L’intervento realizzato con il progetto Bruzzico gli ha permesso di acquisire comportamenti accettabili in <strong>una</strong><br />
convivenza. Quando giunse nel marzo 97 i suoi atteggiamenti erano costantemente provocatori ed aggravati da<br />
scarsa pulizia personale e da un problema grave di enuresi notturna per cause psicologiche che lentamente sono<br />
state superate consentendo l’acquisizione di maggiore dignità<br />
e rispetto da parte degli altri ospiti, soprattutto da quelli<br />
che hanno condiviso la stanza. Anche gli episodi di aggressività<br />
che all’inizio caratterizzavano il suo comportamento<br />
si sono stemperati grazie al clima comunitario “dialettico”<br />
ma accogliente.<br />
3) L. aveva pendenze penali per piccoli reati. La sua età<br />
avanzata non ha costituito motivo di difficoltà nell’inserimento.<br />
Mentre alcune abitudini consolidate alla vita solitaria<br />
e trasandata hanno rappresentato ostacoli più difficili da<br />
superare. Alcuni atti di minacce verbali e di violenza fisica<br />
(di modesta entità) sono stati circoscritti per la durata <strong>del</strong>l’intero<br />
periodo di permanenza, fino a quando, cioè, l’amministrazione<br />
com<strong>una</strong>le che lo seguiva ha trovato per lui<br />
<strong>una</strong> diversa e definitiva sistemazione. Anche in questo caso<br />
si sono evidenziati effetti positivi nell’acquisizione di abiti<br />
di comportamento accettabili in <strong>una</strong> civile coabitazione,<br />
essenziali al di fuori <strong>del</strong>la “protezione” comunitaria.<br />
4) G. proveniva dalla Cooperativa Olivotti presso la quale<br />
aveva trascorso l’intero periodo d’inserimento alternativo<br />
alla detenzione. <strong>Il</strong> suo caso era diverso: le esperienze