Il Sogno Di Aprire Un Ristorante

Cheek to cheek
cercare di capire veramente. Scombussolerebbe troppo gli
schemi e i ruoli. Meglio ricorrere alla pizza, tanto ognuno
ha la sua, cambia solo il nome. Ti è chiaro adesso?”
“Che fai ti infervori? Come ti aveva già detto qualcuno.
. . le so anch’io queste cose, non me le devi raccontare.”
“E allora perché mi rompi le palle con questa storia
della pizza. Tra l’altro ce l’ho già pronto, se vuoi, un progetto
di pizzeria. Ma facciamo solo pizza e solo con ricette
tradizionali e regionali, e con la migliore farina, il
miglior pomodoro, il miglior olio d’oliva e tutto il miglior
resto. . . E in un ambiente che evochi il gusto italiano,
non quello minimalglobaltrendy newyorkesemilanesegiappo
nese…”
“Va bene, chiudiamo il capitolo pizzeria, per adesso,
tanto prima o poi l’apriamo. Cosa ci vuoi fare, allora, qua
dentro?”
“Facciamo un locale elegante dentro una fabbrica: una
contraddizione in termini; con un menù di piatti unici,
tutti curati, ricchi e vari e una scelta di piatti d’entrata, o
chiamiamoli antipasti, se preferisci. Il tutto proposto
senza scelte obbligate o forzate. Un servizio attento e formale,
ma senza salamelecchi e inutili ossequiosità. E
soprattutto una grande attenzione al prezzo, ben calibrato
a ciò che offriamo, facendone apprezzare il valore.
Sappiamo che molte cose non pesano sui costi, come il
sorriso, ma fanno la differenza. Riproporrei la divisa dei
camerieri come nei bistrot d’epoca: giacca bianca o nera
a doppio petto e grembiulone fino ai piedi. Cucina a vista
con una bella vetrata. All’ingresso un bar con sgabelli per
aperitivi o dopocena. In un angolo della sala un piccolo
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