Il Sogno Di Aprire Un Ristorante

Giro di boa con la Caravella
tono insofferente.
Il cliente fa tempo ad accennare un: “Veramente, a
noi... ” che la signora è già fuggita via.
La pressione aumenta. C’è chi chiede il conto e vuole
pagare con la carta di credito, ma non è ancora installato
il POS; un altro vuole la fattura, ma non si è ricordata di
mettere l’intestazione della ditta ai moduli e non trova il
timbro, che non hanno mai comprato: “Non importa lo
scrivo a mano.” Dice tra sè, ma l’incombenza si somma
alle altre. Un altro cliente vuole pagare con i buoni pasto
che gli rilascia l’azienda dove lavora. Silvia non vuole
accettarli ma il cliente sostiene che ha visto la vetrofania,
la quale evidenzia l’accettazione dei buoni e quindi insiste.
A dire il vero, avevano concordato con il marito di
non accettarli, ma si erano dimenticati di togliere la
vetrofania. Un altro cliente non vuole pagare il conto per
il trattamento che ha ricevuto, quello del: “Veramente, a
noi...” Cominciano a scambiarsi una serie di complimenti
che attirano l’attenzione del marito, il quale esce dalla
cucina, come se fosse quella del Titanic mentre sta affondando.
Il cliente, per chiuderla lì, bofonchiando, gli lancia
sulla cassa una banconota dal valore imprecisato,
guardandoli con tutto il disprezzo possibile.
Intanto si presenta altra gente all’ingresso che vuole
sedersi e, vista l’atmosfera, quelli più decisi riescono a fare
dietro-front, altri, presi alla sprovvista, si fermano bloccati
dalla signora che commenta il comportamento maleducato
dei clienti che stanno uscendo, i quali ricambiano
la cortesia.
Nello stesso momento si sente un frastuono che fa tremare
il cuore della povera Silvia e degl’inermi commen-
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