Il Sogno Di Aprire Un Ristorante

La Chiamata della Padella
ricomincia più disteso.
“Bene, partiamo quindi dall’infanzia: quel momento
della nostra vita in cui facciamo, senza volerlo e senza
dargli troppa importanza, tante di quelle cose che poi, nel
bene e nel male, segneranno la nostra vita futura. E non
mi riferisco a chissà quali cose edificanti o piacevoli.
Penso anche a quelle attività che da bambino non fai
tanto volentieri, ma ci pensa sempre qualcuno, che sia
mamma, papà, maestra, nonni o chiunque altro sia appena
più grande di te, a dirti cosa devi o non devi fare.
Per me una di queste “croci” era andare, quando non
c’era scuola, una volta alla settimana al mercato con mia
mamma. In realtà, non era il mercato che mi pesasse, ma
portare le sporte cariche di tutto quello che acquistavamo
– non sono mai stato uno particolarmente prestante fisicamente.
Quello che invece mi appassionava erano i
banchi stracarichi di ogni bene, esposti con cura in bella
mostra. Frutta e verdura di tutti i colori e di tutte le forme
che si rinnovavano in base alle stagioni. Carni di tutte le
origini animali: conigli e pollame scuoiati o spennati;
bovini sezionati in tagli che in ogni zona d’Italia chiamano
in modo diverso; agnelli e capretti appesi a testa in giù
con gli occhi fuori dalle orbite, come se si stupissero di
essere lì e in quella posizione; teste di maiali decapitate e
appoggiate sul banco con espressione rassegnata e assopita.
Poi, qualcuno di questi banchi aveva il girarrosto, e il
profumo che emanava, aggiunto all’orario che si avvicinava
al pranzo, creava una sensazione mista di piacere e
sofferenza: la fame.
I banchi del pesce erano un ulteriore spasso, specialmente
quando vedevi alcune specie che si muovevano
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