Il Sogno Di Aprire Un Ristorante

Cheek to cheek
“Beh, stavolta il catastrofico sei tu.”
“Non girare la frittata, lo sai che è così. E lo sai bene
quando vai a mangiare da qualche parte e massacri il malcapitato.
Non lo vorrei avere un cliente come te,
Massimo.”
“Io continuo ancora a stupirmi per tutte le mancanze
in cui incappo, perché tante volte ci vorrebbe così
poco...”
“Ma che poco! Da te queste banalità non le posso sentir
dire, non sei mica l’ultimo sprovveduto. Sai benissimo
quante attenzioni, esperienza, impegno e ingegno occorrono
per fare andar bene le cose. E te ne esci con questa
fesseria, che ogni tanto sento proclamare dall’alto di qualche
piedistallo con il tono tra l’ovvio e lo stupore: ‘Ma ci
vuole così poco. . . , sarebbe così semplice. . . ’ Mi verrebbe
da chiedergli al fenomeno di turno: non è che ti sembra
così semplice, perché chi fa con semplicità vuol dire
che sa fare? E lo fa così semplicemente bene che sembra
la cosa più naturale di questo mondo? E che non è concentrato
a farti sapere come c’è arrivato, quanto ha studiato
e lavorato e, se ce l’ha, quanto dipenda da un suo
dono: unico e indecifrabile’?
“Ti stai infervorando di nuovo. . .”
“E allora? Non mi posso scaldare su una cosa che mi
sta a cuore? Mi vengono in mente Guido e Luciano, i
nostri migliori musicisti. Quando gli si legge in viso il piacere
che provano, con infinita naturalezza, durante la loro
esibizione e le emozioni che trasmettono. Il pubblico lo
percepisce a tal punto che una volta un cliente mi ha
chiesto: ‘Ma che lavoro fanno questi due signori?’
Io risposi: questo lavoro, suonano, sono dei musicisti di
106