Il Sogno Di Aprire Un Ristorante

Giro di boa con la Caravella
agosto non me lo perdo; piuttosto pensa a tirare su le
chiap pe dalla sdraio e a metterti anche tu in cucina.”
Ribadisce il buontempone, ormai ex.
Ma la signora perde l’aplomb: “Perché non ci metti tua
sorella in cucina?”
Lo scambio di battute continua su questo tono per
giorni, intercalato dagli affanni per l’apertura di agosto,
già decisa.
Il 5 agosto, nel momento di maggior afflusso turistico,
il ristorante La Caravella apre. Decidono di occuparsi
delle competenze ad ognuno più congeniali: Giovannone
in cucina, Silvia in sala (anche perché, come avvisato a
suo tempo, della cucina non ne vuole sapere). Il resto
della squadra c’è ma, a parte lo chef, tutti gli altri sono
abbastanza improvvisati, compresa una nipote di Silvia.
All’ora canonica, per il pranzo, il ristorante si riempie
di botto. Considerando il periodo, è difficile trovare posto
in molti ristoranti vicini aperti da anni con una consolidata
clientela, quindi accolgono persone di passaggio che
si affidano al caso o non hanno trovato posto da altri.
Aprire un ristorante, riempiendolo in un sol colpo il
primo giorno, metterebbe in affanno anche il più rodato
dei ristoratori, figuriamoci qualcuno che, oltre a non
averlo mai aperto, fino a poco prima ci aveva messo piede
solo per andarci a mangiare.
Sin dalle prime ordinazioni viene fuori un manicomio.
In sala ognuno corre da una parte all’altra senza sapere
bene dove andare; non sono stati numerati i tavoli, i quali
vengono indicati in base al numero di persone, oppure
all’abbigliamento o l’aspetto fisico. Vengono fuori espressioni
confuse:
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