Il Sogno Di Aprire Un Ristorante

La Chiamata della Padella
boriosi, come lo sono certi aristocratici che ostentano
titoli e atteggiamenti per compensare quello che non
hanno e non sono più.
Il mio amico chef trentino, conosciuto in caserma, mi
aveva avvisato: “Se vuoi fare bene questo lavoro devi
andare in giro per un po’ di anni, in Italia o meglio ancora
all’estero; non devi aver paura di cambiare, di lasciare
quello che hai o dove ti trovi bene; devi fare più esperienze
possibili”.
Il salto era grosso, per me e la mia famiglia enorme, ma
mi sentivo sempre più deciso a fare il passo. Ne parlai con
i miei genitori, i quali non mi sembrarono molto sorpresi
del fatto che avrei voluto lasciare il lavoro in fabbrica per
andare a fare il cuoco. Probabilmente intuivano le mie
idee, aspettavano solo che fossi io a capire cosa volevo
fare della mia vita.
Il problema emerse, invece, quando dissi che avrei
voluto andare fuori casa, anche all’estero. Mia madre non
l’aveva ancora messo in conto, almeno non così in fretta,
e rimase molto turbata, in silenzio per diversi giorni. Mio
padre fu più possibilista, ma mi mise davanti tutte le
variabili che questa scelta poteva comportare e aggiunse
in conclusione: ‘Se è questo che ti senti di fare, fallo,
anche se per noi sarà duro da accettare. Però, ricordati
una cosa: fai esperienza, arricchisciti sotto tutti i punti di
vista, ma tieniti sempre fermo su quello che ti abbiamo
insegnato e non aver paura di tornare se le cose non
vanno come pensavi. In ogni caso, quando hai imparato
tutto quello che ti serve, è qui che devi tornare. Qui, dove
potrai fare la differenza e dove vale la pena costruire qualcosa.
Qui, dove hai ciò da cui sei partito. Altrimenti, pur
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