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mondano (band di rock’n’roll all’opera, il mondo della moda è presente<br />
al gran completo). Segno di una reificazione borghese? Di un effetto<br />
che nulla ha che fare con l’opera? È possibile. È – dopotutto – ciò che<br />
emerge dal finale del film. Ma ogni cosa a suo tempo. Painters Painting:<br />
ci sono artisti all’opera. O meglio: artisti e opere. Artisti di New York. E<br />
il vernissage? E il film?<br />
de Antonio: Cosa ti è piaciuto di più nella mostra di Henry?<br />
Warhol: Beh, non ho mai visto la mostra di Henry.<br />
de Antonio: Non ci sei mai andato?<br />
Warhol: Sono andato alla vernice ma non sono entrato. Ho fatto finta di<br />
essere Mrs. Geldzahler e invitavo tutti a entrare... Così non l’ho mai vista<br />
e Henry non lo sa. Forse la vedrò nel tuo film. 6<br />
Entriamo nel film, dunque. Magari solo per raccontarlo a Warhol.<br />
La New York School esiste solo in California<br />
La prima inquadratura è di cruciale importanza. Sulle immagini di quello<br />
che sembra un quadro composto da strisce verticali, scorre la voce<br />
fuori campo di Philip Leider e il titolo del film. Si tratta di un testo pregno<br />
di risonanze politiche e – insieme – di una traccia per comprendere<br />
lo spirito di questi pittori americani.<br />
È un attacco alla violenza di una nazione, la cui forza di accelerazione<br />
tecnologica e industriale ha davvero sfigurato il paesaggio circostante,<br />
anche quello culturale, tanto da rendere obsolete alcune forme pittoriche<br />
che tentavano di catturarne la realtà. Così, mentre la voce fuori<br />
campo cita Mondrian e Picasso come lezioni per un possibile riscatto, la<br />
macchina da presa inizia uno zoom indietro, allargando il quadro, scoprendo<br />
una serie di minuscoli quadrati rossi (facendolo davvero somigliare<br />
a un Mondrian).<br />
Questo zoom insistito continua il suo movimento a ritroso, tanto che<br />
alla fine comprendiamo di trovarci in realtà dinanzi alla struttura di un<br />
palazzo. La macchina da presa fa una panoramica verso sinistra sullo<br />
skyline di New York.<br />
Il film è il resoconto, la testimonianza, di questa accelerazione folle,<br />
tanto da rendere mosse le immagini, tanto da far perdere definitivamente<br />
i connotati al paesaggio, rendendolo astratto, una massa cromatica. È<br />
come se le teorie dell’imitazione fossero finite in una centrifuga. È il re-<br />
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