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forme umane. Ovvero Nixon non è tanto una persona quanto uno stato<br />

d’animo e una congiuntura. Ergo Millhouse. Nixon n’existe pas.<br />

Altrimenti detto: Nixon ovvero Millhouse è soprattutto un attore 6<br />

della politica, il protagonista di una lunga soap opera trans-mediale.<br />

Nixon aveva effettivamente preso lezioni di recitazione. E aveva anche<br />

l’istinto per la telecamera tipico dell’attore; tanto che più tardi avrebbe<br />

spesso “diretto” le proprie apparizioni in televisione, sapendo come<br />

farsi riprendere per apparire al meglio, o più esattamente nel modo più<br />

efficace; per non parlare del fatto che era cosciente della maggiore sicurezza<br />

offerta dalle campagne televisive, che si svolgono in un contesto<br />

controllato al 100%, rispetto ai viaggi attraverso il paese e agli incontri<br />

diretti con la gente. Si arguisce anche che Nixon avesse capito che il tipo<br />

di recitazione che faceva per lui non era del genere più discreto: la<br />

scuola televisiva della gigioneria andava benissimo. 7<br />

Allo stesso modo è difficile credere alla vicenda relativa a Alger<br />

Hiss, compresa la storia della zucca, così stucchevole, da preistoria della<br />

televisione nella forma più immediata, eppure sembra che ci abbia creduto<br />

tanta gente. C’era qualcosa che per loro suonava vero, nell’idea<br />

che ci fosse in giro qualcuno di alieno pronto a incastrarli. Il cosiddetto<br />

Checkers speech, in questo senso, è televisione standard al livello più<br />

pacchiano, e l’Ultima Conferenza Stampa un altro passo avanti nell’evoluzione<br />

della tv... Da notare nel Checkers speech la grande distanza<br />

fisica fra Nixon e la moglie Pat, la quale rimane invisibile per parecchio<br />

tempo fino a che non viene incorporata nell’immagine grazie a una lunga<br />

carrellata all’indietro rispetto al mezzobusto di Nixon, un movimento<br />

all’indietro che sembra non finire mai, rivelando questo aberrante<br />

vuoto alla sinistra di Nixon (destra per lo spettatore) fino a che la moglie<br />

non entra nell’inquadratura, seduta lì contenta e sorridente, con il<br />

volto che sembra una maschera... C’è della furbizia in quello spazio, nel<br />

modo in cui viene rivelato, nel modo in cui rafforza l’impressione di trovarsi<br />

su un set, la fondamentale mediocrità che così bene s’intona con le<br />

dichiarazioni di quasi nullatenenza da parte di Nixon. In tutto il materiale<br />

utilizzato da Emile de Antonio, Nixon sembra stia recitando; viene<br />

da chiedersi se perfino l’apparente candore della mostra di goffaggine<br />

che fa Nixon quando va a pescare con Eisenhower non sia in realtà una<br />

parte accuratamente studiata per accattivarsi lo spettatore (figlio impacciato<br />

e padre capace...); ma, recitazione o no, Nixon risulta accattivante.<br />

E questa è la cosa più strana a proposito di Millhouse: A White<br />

Comedy: de Antonio non è totalmente insensibile nei confronti di<br />

Nixon, certo lo disprezza – legittimamente – sul piano politico, ma rie-<br />

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