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fia di Paul Ricœur. Quest’ultimo definisce la nozione di “oggettività incompleta”<br />

e le sue implicazioni per i metodi della ricerca storica: «L’oggettività<br />

ci era apparsa inizialmente come l’intenzione scientifica della<br />

storia; ora marca la distanza tra una buona e una cattiva soggettività dello<br />

storico: da “logica” che era, la definizione dell’oggettività è divenuta<br />

“etica”». 7<br />

Come il regista, anche lo storico deve assumere la sua soggettività,<br />

perché essa interviene comunque a ogni stadio dell’operazione storiografica,<br />

dalla scelta del soggetto allo stadio della scrittura o delle riprese<br />

– e cioè il dare una rappresentazione del passato. Da una prospettiva<br />

positivista ci spostiamo verso una posizione postmoderna ed ermeneutica,<br />

della quale Friedrich Nietzsche aveva già formulato alcuni fondamenti<br />

dichiarando: «i fatti non esistono, esistono solo interpretazioni». 8<br />

Troviamo un approccio simile – per esempio – adottato dallo storicofilosofo<br />

Hayden White, 9 o dal teorico del cinema documentario Bill<br />

Nichols. 10<br />

Tutto questo non dovrebbe, tuttavia, portare alla conclusione che<br />

l’atteggiamento postmoderno nei confronti della Storia – o del documentario<br />

– consista in «un diniego delle sue narrazioni, scoperte e pretese<br />

di verità». 11 Il suo scopo mi sembra piuttosto il disporle in un contesto<br />

diverso, e in special modo il divenire cosciente del/i contesto/i in<br />

cui esse producono i loro significati, e così anche di come possano produrre<br />

altri significati quando queste narrazioni, scoperte e pretese di verità<br />

sono analizzate da prospettive diverse. In particolar modo nel documentario,<br />

e nei programmi televisivi d’informazione come durante la<br />

guerra del Vietnam, ci accorgiamo che le pretese di verità sono il cuore<br />

del problema. Negarlo semplicemente ci bloccherebbe la via alla comprensione<br />

e alla spiegazione di questi programmi, e degli avvenimenti di<br />

cui parlano. La tesi di Nietzsche secondo cui «il mondo vero alla fine è<br />

diventato favola» 12 non dovrebbe portare alla conclusione che non possiamo<br />

fare affidamento su questa favola: al contrario, si tratta dell’unica<br />

fonte che abbiamo per costruire la nostra comprensione del mondo:<br />

84<br />

Le immagini del mondo che ci vengono fornite dai media e dalle scienze<br />

umane, sia pure su piani diversi, costituiscono l’obiettività stessa del<br />

mondo, non solo interpretazioni diverse di una “realtà” comunque “data”.<br />

[...] Ha più senso riconoscere che ciò che chiamiamo la “realtà del<br />

mondo” è qualcosa che si costituisce come “contesto” delle molteplici<br />

fabulazioni – e tematizzare il mondo in questi termini è proprio il compito<br />

e il significato delle scienze umane. 13

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