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uono, riguardo al sistema sociale degli Stati Uniti. Anche quando questo tipo<br />

di eroi del sistema ha degli alti e bassi – come è successo a Nixon molte volte –,<br />

apparentemente non muoiono mai, ritornano solo indietro. Il fatto che Nixon<br />

sia tornato nel bel mezzo di una radicalizzazione di massa, nella quale risulta essere<br />

come un pesce su una terra arida, aggiunge una nota di ottimismo. Ma<br />

quando egli riceverà il colpo di grazia (e saranno le azioni pacifiste del 6 novembre<br />

a darglielo), il sistema sarà ancora là. Questo film può contribuire soltanto<br />

ad accendere la fiamma del malcontento di cui ci sarà bisogno per sbarazzarsi<br />

di lui.<br />

David Thorstad, Millhouse, “Militant [New York]”, 15 ottobre, 1971.<br />

Painters Painting<br />

Usa 1972, 16/35mm, 116 min.; regia Emile de Antonio; montaggio Mary Lampson;<br />

fotografia Ed Emshwiller; suono Mary Lampson; cast Willem de Kooning,<br />

Helen Frankenthaler, Hans Hoffmann, Jasper Johns, Robert Motherwell, Barnett<br />

Newman, Kenneth Noland, Jules Olitski, Philip Pavia, Jackson Pollock, Larry<br />

Poons, Robert Rauschenberg, Frank Stella, Andy Warhol, Leo Castelli, Henry<br />

Geldzahler, Clement Greenberg, Tom Hess, Philip Johnson, Hilton Kramer, William<br />

Rubin, Robert Scull, Ethel Scull, Philip Leider, Josef Albers, Brigid Polk,<br />

Emile de Antonio; produzione Emile de Antonio per Turin Film Co.; distribuzione<br />

New Yorker Films, Cinegate (GB)<br />

Affresco di una generazione di pittori, critici, mercanti d’arte di New York che<br />

hanno cambiato il volto dell’arte contemporanea. La macchina da presa di Ed<br />

Emshwiller percorre con sublime eleganza quadri e volti, e le interviste di de<br />

Antonio raccontano l’evoluzione storica di una forma espressiva parlandoci anche<br />

di economia, di società, di denaro e passioni, di politica ed estetica.<br />

Il segreto di un film (o di un libro) di questo genere è l’intervistatore, specialmente<br />

quando i soggetti sono veterani delle interviste come gli artisti famosi.<br />

De Antonio, un esperto filmmaker, ha ovviamente rispetto di tutte le persone<br />

con cui ha parlato e – in alcuni casi – anche la loro lunga amicizia. Questo era il<br />

punto cruciale, non la sua abilità da cineasta. Egli è visibile in alcune inquadrature,<br />

invisibile e non udibile in altre. Ha posto buone domande, certamente,<br />

perché l’impressione generale del film è che questi pittori siano personaggi<br />

estremamente articolati. È una considerazione comune (o una lamentela) che<br />

molta nuova arte sembra fatta apposta perché se ne parli o se ne scriva. Non solo<br />

da parte dei critici, apparentemente. [...] Le due ore sono affascinanti anche<br />

se si vacilla tra i due poli, come faccio io continuamente. Non riesco a immaginare<br />

che chiunque sia anche solo lontanamente interessato all’arte contemporanea<br />

possa non considerare questo film un regalo delizioso.<br />

Stanley Kauffmann, Films [Painters Painting], “New Republic”, 168, 17 marzo,<br />

1973.<br />

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