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Una lettera d’amore<br />
a Miss Libertà<br />
Roberto Silvestri<br />
Un marxista americano negli anni cinquanta era come un marziano...<br />
Emile de Antonio<br />
Vogliamo fare film non di color rosa ma di color sangue.<br />
dal Manifesto del New America Cinema<br />
«Non si vince mai una guerra ingiusta» Sam Fuller<br />
Girato nel 1970 dalla mini-factory di Emile de Antonio, America Is Hard<br />
to See è uno dei più lucidi, stravaganti e obliqui documentari sul ’68. Spiega,<br />
partendo da un corpo solo, il movimento no-war, la disumanizzazione<br />
dell’Occidente, e perché è durato fino a Obama quell’irreversibile effetto-mutazione<br />
dell’esistente esiziale, «change is possible».<br />
Concentrato, come l’occhio interiore di un santone zen, su un senatore<br />
che ha appena “perduto” le elezioni della sua vita e commenta i<br />
suoi errori e le sue intuizioni geniali, il film (autoproduzione a basso costo,<br />
della Turin Film Co. e della March Twelve) osserva e profetizza certe<br />
metamorfosi a venire, al di là dell’orizzonte neoliberista, nelle pieghe<br />
di un’America “altra”, rimossa, invisibile (quella di F.D. Roosevelt e<br />
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