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sciente «che la ricerca dei fatti e l’esegesi sono due aspetti dello stesso<br />
indivisibile processo». 18 L’ampio uso di materiale d’archivio conferisce<br />
al film l’autenticità che de Antonio cerca; i numerosi discorsi e interviste<br />
che il regista utilizza vi aggiungono l’autorevolezza di storici, politici<br />
e giornalisti. L’approccio didattico fa sì che lo spettatore impari molto<br />
sulla storia del Vietnam e sul coinvolgimento in essa degli Stati Uniti. Le<br />
motivazioni di questo coinvolgimento sono criticate violentemente in<br />
molti film sul Vietnam, ma è su questo punto che de Antonio sceglie un<br />
altro modo per comunicare la sua opinione personale.<br />
La motivazione principale sembra essere la paranoia estrema verso il<br />
comunismo: un argomento che de Antonio ha già trattato nel suo film<br />
Point of Order (1963). È anche la sola e unica motivazione di John Wayne<br />
nel suo Berretti verdi (1968), o forse potremmo aggiungervi anche<br />
quella di missione di “pacificazione” ironicamente presentata da de Antonio.<br />
Molti altri film sulla guerra del Vietnam mostrano la vita tradizionale<br />
dei villaggi vietnamiti, vittime innocenti della guerra. È uno degli<br />
argomenti che per esempio Ivens mette in primo piano nel suo Le Ciel,<br />
la terre: «I contadini portano il loro aratro primitivo sulla spalla, lavoreranno<br />
la terra come l’hanno fatto i loro antenati mille, duemila anni prima.<br />
Perché questa mattina il pilota lancia le sue bombe a biglie su questi<br />
sei uomini e donne con i loro due bufali per ucciderli, massacrarli?». 19<br />
Questo tema è presente anche in In the Year of the Pig, ma dato che<br />
de Antonio lo situa in un contesto molto più ampio, non solo mostra<br />
che il popolo vietnamita è fatto di persone come noi, ma anche che la<br />
violenza sproporzionata impiegata dall’esercito nordamericano non<br />
può essere in alcun modo giustificata da una semplice impressione anticomunista<br />
o da un tipo molto violento di “pacificazione”.<br />
L’effetto di autenticità prodotto dai materiali televisivi e cinematografici,<br />
l’autorevolezza che apportano i “mezzibusti” sono metodi usati<br />
piuttosto spesso dal cinema documentario, ma l’intelligenza con cui de<br />
Antonio usa questi elementi per costruire il suo film deriva soprattutto<br />
dal suo approccio storico: attraverso lo studio di molti libri e molti cinegiornali<br />
ha innanzitutto reso tutto questo materiale intelligibile all’interno<br />
del suo punto di vista sull’argomento. Il passo successivo è stato<br />
quello di convincere della sua opinione lo spettatore, usando uno stile<br />
che non era stato adottato da altri film, anche se possiamo riconoscerne<br />
alcuni elementi in The Mills of the Gods di Fox e in Hanoï, Martes 13<br />
(1967) e 79 Primaveras (1969), entrambi di Santiago Álvarez. Álvarez ha<br />
fatto della giustapposizione di immagini e suoni un’arte, al fine di deviare<br />
il significato originale verso qualcosa di contraddittorio. Questi film<br />
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