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della deformazione del linguaggio e di tutta la cultura. Il personaggio,<br />
allora coinvolto in ogni tipo di grandi crimini e nella guerra, parla continuamente<br />
di “libertà” e di “mondo libero”, e così facendo riduce l’intero<br />
mondo a un semplice campo di battaglia per la merce e la nuda rapacità.<br />
È solo una farsa, ma ciò che questo film su un cervello da farsa produce<br />
è profondamente allarmante, una vera tragedia che tocca tutti, vicini<br />
e lontani.<br />
Quattro momenti nel tempo, tutti importanti nel corso della guerra<br />
fredda. In essi possiamo assistere alla mescolanza di storia, media e vite<br />
individuali. Sono uno studio sullo shakespeariano “teatro della politica”,<br />
una visione all’interno delle verità sul secolo dell’immagine, anche<br />
prima che la sua realtà venisse infine inghiottita dalle false immagini e<br />
dagli inganni visivi. Un film su come Hollywood, Disneyland e Mosfilm<br />
hanno assunto il controllo della vita così com’era realmente vissuta. Un<br />
film sul punto di fuga della storia razionale, scolpita in un film che conosceva<br />
la storia quanto i migliori storici.<br />
Il collage cinematografico, com’era praticato da un maestro come<br />
Emile de Antonio, è una forma d’arte molto speciale e ricca – e ciò in<br />
contrasto con il fatto che così tanti film di compilazione (che è forse il<br />
genere più prolifico della televisione, per esempio) appartengono piuttosto<br />
chiaramente alla categoria di lavori da quattro soldi. Così, mi sembra<br />
indicativo ripetere ancora che de Antonio – il cui lavoro comprende<br />
un altro film documentario meraviglioso, girato fra il ’69 e il ’72, che si<br />
chiama Painters Painting (che non è un film di compilazione) – è stato<br />
contemporaneo e intimo amico di Warhol, Rauschenberg, Lichtenstein<br />
ecc. Abbiamo quindi nei film di de Antonio una sintesi fantasiosa e stimolante<br />
della storia dei tempi moderni (e dell’America di quel tempo),<br />
in combinazione con il sistema centrale dell’arte della stessa epoca. La<br />
sua opera è dunque piuttosto distante da quella di altri documentaristi,<br />
sebbene anche loro spesso riflettessero sulla forma cinematografica del<br />
film di compilazione.<br />
La storia personale tra noi si riferisce a tempi quasi antichi. Ho conosciuto<br />
Emile de Antonio nel 1972, a Helsinki, dove l’avevo invitato a<br />
presentare la sua opera alla Cineteca. Credo che discutemmo ininterrottamente<br />
per i tre giorni che trascorse in città, e alla fine propose che<br />
avremmo proceduto insieme verso un lungo testo sul film di compilazione,<br />
parte intervista, parte meditazione sulla natura del film collage.<br />
Fui subito molto lieto di partecipare, dal momento che il suo In the Year<br />
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