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1950, produsse cambiamenti strutturali nelle campagne ma le aspettative dei<br />

contadini furono completamente disattese. L’obiettivo di smantel<strong>la</strong>re l’intero<br />

sistema del <strong>la</strong>tifondo innescò, di fatto, un’accelerata “modernizzazione” del<br />

sistema mafioso, con numerosi gabellotti diventati grandi e medi proprietari di<br />

terre nel giro di un paio d’anni. I grandi proprietari terrieri, infatti, per sfuggire<br />

agli espropri previsti dal<strong>la</strong> legge di riforma agraria, misero sul mercato una massa<br />

enorme di terre che vennero, così, spezzettate e vendute ai mafiosi che divennero,<br />

di fatto, gli acquirenti privilegiati.<br />

Con <strong>la</strong> morte di Calogero Vizzini( 35 ), capomafia di Vil<strong>la</strong>lba, scomparve <strong>la</strong><br />

generazione storica dei “padrini”e <strong>la</strong> mafia trova nel<strong>la</strong> riforma agraria nuova linfa<br />

per estendere i propri interessi, oltre che nelle attività tradizionali, verso<br />

l’industria, il commercio, i servizi e le nuove opportunità promosse e finanziate<br />

dal<strong>la</strong> Cassa per il Mezzogiorno.<br />

In questo nuovo scenario, <strong>la</strong> “mafia modernizzatrice” comincia ad emergere,<br />

“fiutando” nuovi affari “urbani”, ed iniziano le prime fasi del<strong>la</strong> carriera criminale<br />

dell’uomo destinato a diventare il principale esponente del<strong>la</strong> nuova mafia:<br />

Luciano Leggio, detto Liggio. Arrestato per un furto di covoni di grano, <strong>la</strong> sua<br />

sca<strong>la</strong>ta al potere iniziò con l’eliminazione di una guardia campestre e di un<br />

campiere, per arrivare poi a diventare il capostipite di quel feroce gruppo mafioso<br />

che sarebbe divenuto noto come Corleonesi. Liggio è un nuovo tipo di mafioso,<br />

un «boss del<strong>la</strong> modernità nel quale il primitivismo criminale degli antichi briganti<br />

delle campagne» si fondeva con il “gangsterismo al<strong>la</strong> Al Capone e con le<br />

vocazioni manageriali di un Lucky Luciano”( 36 ). Liggio avrebbe poi fatto da<br />

caposcuo<strong>la</strong> ai vari Riina, Provenzano e Brusca.<br />

35 Il testo anonimo attribuibile a Calogero Vizzini, rinvenuto tra le carte dell’archivio di Andrea<br />

Finocchiaro Aprile, può essere considerato - secondo Marino - il testamento del<strong>la</strong> mafia agraria:<br />

«Mi hanno detto i giornalisti [...] che sono maffioso. E io, che mi sono chiesto più volte se lo sono<br />

o non lo sono, debbo dirvi che mi sono sempre risposto che lo sono e come tale quindi mi presento<br />

a voi, comunisti siciliani. [...] Ecco quindi che sono maffioso al<strong>la</strong> maniera nostra, al<strong>la</strong> siciliana,<br />

dando quel che posso a chi ne ha bisogno, rispettando e facendomi rispettare, non tollerando<br />

sopraffazioni contro i deboli, rispettando l’onore degli altri e facendo rispettare il mio» (G.C.<br />

Marino, Storia del<strong>la</strong> mafia. Newton&Compton Editori, Roma 2000 pp. 206-207).<br />

36 G.C. Marino: Storia del<strong>la</strong> Mafia, Newton&Compton editori, Roma, 2000, pag. 211.<br />

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