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2.3 Il Maxi-processo ed il suo impatto nell’opinione pubblica<br />

Il 10 febbraio del 1986 si celebra a Palermo, nell’au<strong>la</strong> bunker del carcere<br />

dell’Ucciardone( 62 ), il primo e storico processo a Cosa Nostra, quello che<br />

prenderà il nome di Maxi-processo.<br />

Per <strong>la</strong> prima volta nel<strong>la</strong> storia italiana <strong>la</strong> Mafia prende fattezze umane, per <strong>la</strong><br />

prima volta l’Italia intera prende consapevolezza che <strong>la</strong> Mafia esiste realmente.<br />

Le immagini di quegli uomini dietro le sbarre delle gabbie nell’au<strong>la</strong> bunker<br />

non sono frutto di qualche sceneggiato o film sul<strong>la</strong> mafia, ma sono immagini che<br />

appartengono al<strong>la</strong> realtà ed al<strong>la</strong> storia giudiziaria del nostro paese.<br />

Sono immagini che fanno il giro del mondo, sono immagini che<br />

stigmatizzano ciò che sta accadendo: lo stato sta processando <strong>la</strong> mafia.<br />

Fin dal<strong>la</strong> prima udienza si percepisce l’eccezionalità del processo-evento,<br />

desumibile già nei numeri: un’istruttoria raccolta in 40 volumi (circa 8.000<br />

pagine), 207 detenuti, 450 capi d’imputazione, una cosa mai vista per <strong>la</strong> giustizia<br />

italiana, tantomeno per Cosa Nostra.<br />

Udienza dopo udienza, è sempre più tangibile un’atmosfera surreale, quasi<br />

onirica: imputati vestiti elegantemente che seguono in silenzio ogni paro<strong>la</strong> detta in<br />

au<strong>la</strong>, altri che invece si scagliano violentemente contro <strong>la</strong> Corte, altri siedono in<br />

disparte nelle gabbie con un atteggiamento di chi aspetta gli eventi, altri ancora di<br />

chi non comprende il perché si trovino rinchiusi lì.<br />

Tutti però aspettano lui, don Masino, il grande accusatore, colui che aveva<br />

tradito le regole principali del<strong>la</strong> mafia: l’omertà, <strong>la</strong> segretezza, il rispetto, l’onore.<br />

L’entrata di Tommaso Buscetta nell’au<strong>la</strong> fu accompagnata da un silenzio<br />

assoluto, un misto di “giusto rispetto” nei confronti di un grande capomafia ma<br />

anche una sorta di distacco, di disprezzo, di non considerazione.<br />

62 Fu costruita in poco meno di 9 mesi, proprio dentro lo stesso carcere dell’Ucciardone, dove erano<br />

rinchiusi tutti gli imputati. In questa maniera si evitò il pericolo di qualche evasione durante i<br />

trasferimenti per le varie udienze del processo.<br />

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