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capomafia, Tommaso Buscetta, aveva fatto importanti rive<strong>la</strong>zioni<br />
sull’organizzazione e sull’organigramma di Cosa Nostra.<br />
Quel<strong>la</strong> mattina, dopo decenni di torpore, lo Stato si risvegliava grazie ad un<br />
gruppo di giudici intelligenti e coraggiosi, che attraverso un lungo <strong>la</strong>voro<br />
investigativo, finalmente disponeva di ottime conoscenze per guardare dentro<br />
l’organizzazione mafiosa: centoventuno gli omicidi sui quali Don Masino aveva<br />
fatto piena luce, trecentosessantasei gli ordini di cattura scaturiti dalle sue<br />
informazioni, circa trecento reati contestati. In una so<strong>la</strong> operazione, chiamata il<br />
blitz di San Michele, interi c<strong>la</strong>n mafiosi vennero arrestati, inferendo all’interno di<br />
Cosa Nostra un micidiale colpo.<br />
Ovviamente <strong>la</strong> risposta del<strong>la</strong> mafia non si fece attendere e nell’estate dell’85<br />
vennero uccisi a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, due funzionari del<strong>la</strong><br />
squadra mobile di Palermo: il 28 luglio Giuseppe Montana e il 6 agosto Antonino<br />
Cassarà, stretti col<strong>la</strong>boratori del pool. Ma questo non fermò o intimidì il <strong>la</strong>voro<br />
dei magistrati che l’8 novembre dello stesso anno depositarono l’ordinanza di<br />
rinvio a giudizio per quattrocentosettantaquattro persone, imputate di associazione<br />
mafiosa, che porterà al<strong>la</strong> celebrazione del primo grande processo al<strong>la</strong> mafia: il<br />
Maxi-processo a Cosa Nostra.<br />
Personaggio di spicco di questa grande inchiesta fu sicuramente Giovanni<br />
Falcone, che comprese fin dalle prime dichiarazioni di Buscetta, <strong>la</strong> valenza<br />
straordinaria e l’apporto conoscitivo sul mondo mafioso, che potevano dare i<br />
pentiti. Falcone sosteneva l’importanza del “vaglio critico” delle dichiarazioni dei<br />
pentiti ed attraverso una rigorosa, saggia ed ocu<strong>la</strong>ta ricerca dei riscontri obiettivi,<br />
pose le basi per l’adozione di un nuovo metodo investigativo.<br />
Affermò che le dichiarazioni dei pentiti offrivano lo spunto per ulteriori<br />
approfondimenti, “trovando conferma del<strong>la</strong> loro attendibilità proprio dalle altre<br />
risultanze probatorie acquisite. La dichiarazione del pentito è solo uno dei tanti<br />
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